Giustizia sociale e giustizia climatica nel pensiero di Giorgio Nebbia. Il ricordo di “Missione Oggi”

Giustizia sociale e giustizia climatica nel pensiero di Giorgio Nebbia. Il ricordo di “Missione Oggi”

Giorgio Nebbia, chimico, docente, ricercatore, militante ambientalista, politico di sinistra, in diverse occasioni collaboratore di Adista, è morto il 4 luglio scorso.

Tra i tanti ricordi, anche quello di Missione Oggi, rivista dei padri saveriani sensibile ai temi ambientali. La penna è di Marino Ruzzenenti, saggista, storico, attento alla questione climatica, redattore del periodico missionario. Nebbia, ricorda il redattore, «ha rappresentato forse il punto di riferimento più saldo, illuminante», fin dal primo incontro, «cui seguì una relazione per me straordinariamente feconda, di cui gli sono immensamente grato». La riflessione storica è stato, dice Ruzzenenti, il terreno comune del loro incontro: Il «padre nobile del pensiero ecologico, mi sorprese subito per quella sua peculiare attenzione alla dimensione storica della scienza e della tecnica». Ben a riparo dalle tendenze di assolutizzazione, Nebbia insegnava che scienza e tecnica «sono parte integrante della cultura dei gruppi umani, e hanno assecondato ed accompagnato l’evolversi e le modificazioni del loro modo di stare sul Pianeta e di utilizzarne i flussi di materia e di energia. Spesso in modo intelligente e lungimirante, a volte stupido ed autolesionista». La dimensione storica è fondamentale, dunque, secondo Nebbia, per apprezzare i risultati della scienza, «ma anche per individuarne i limiti e gli errori, di ieri, di oggi e, possibilmente, di domani». Per contestare fermamente lo sviluppo attuale, «mantenendosi su di un terreno razionale e positivo». Secondo l’autore, Nebbia «sapeva trasmettere un profondo amore per la ricerca scientifica messa al servizio del bene comune», sottolineando gli effetti nocivi di un certo sviluppo sull’ambiente e di conseguenza anche sulla vita delle persone.

Per Nebbia la scienza e la tecnica devono essere a servizio delle persone più povere ed emarginate, per sostenere processi di emancipazione dalla loro condizione di subalternità e per «contribuire alla creazione di un mondo più giusto».

Questione climatica, attenzione ai più poveri, pace, cooperazione internazionale, disarmo nucleare erano temi di punta che avevano avvicinato Giorgio Nebbia al mondo cattolico di base e alla collaborazione con Missione Oggi, ricorda Ruzzenenti sottolineando anche la particolare attenzione che il militante ambientalista aveva dedicato alla dottrina sociale della Chiesa e in particolare alle encicliche come la Populorum progressio di Paolo VI e la Laudato Si’ di papa Francesco. «Giorgio Nebbia, insomma, ci ha aiutato a coltivare l’ambizione di tenere insieme la giustizia ambientale con la giustizia sociale. Un’impresa ardua che la sua ironia ed il suo sorriso, che ci accompagneranno sempre, fanno sembrare persino possibile».