Faenza. Il parroco podista. Per la pace

Il parroco podista don Luca Ravaglia

Il parroco podista don Luca Ravaglia

«Dopo aver percorso a piedi la “100 chilometri del Passatore” in 19 ore, sono arrivato al traguardo domenica mattina alle 10. Sono corso in parrocchia e, dopo una doccia veloce, ho celebrato la Messa delle 11, all’interno della quale ho amministrato due Battesimi e presentato un gruppo di bambini al primo anno di catechismo. Per fortuna che ha tenuto l’omelia il diacono Danilo Abrosini, altrimenti sarei crollato all’altare». Don Luca Ravaglia, 54 anni, parroco del Paradiso di Faenza (3100 abitanti) ha partecipato alla 46ª podistica “100 chilometri del Passatore” per il nono anno consecutivo, «non tanto per un’impresa sportiva, ma pastorale». Il parroco ha dedicato la corsa, con oltre 3mila podisti di tutto il mondo, «alla pace e alla memoria delle vittime di tutte le guerre, a cent’anni dalla fine della prima Guerra mondiale».

Il sacerdote col numero di pettorale 1964 e con Antonio Casadio, padre del seminarista Emanuele, ha pregato davanti a una ventina di monumenti ai caduti per i 10milioni di morti della Grande Guerra, fra cui i 600mila italiani. «Durante le brevi soste – racconta don Luca – abbiamo pregato insieme alla gente del posto, con un Padre Nostro o attraverso il libretto “100 chilometri per la pace”, con brani e preghiere sulla pace. Abbiamo iniziato da Santa Croce e San Marco di Firenze, con le parole di La Pira, per arrivare a Casaglia e Marradi, dove a mezzanotte abbiamo letto i 300 nomi dei caduti, fino a Fognano, dove ci attendeva un gruppo di giovani col parroco don Mirko Santandrea, con la chiesa aperta tutta la notte. A Errano c’era il parroco don Luigi Guerrini con un gruppo di fedeli. A Ronta abbiamo recitato il Rosario. E durante il tragitto molta gente e diversi podisti chiedevano la benedizione, mentre davanti ad alcuni cippi stradali gruppi parrocchiali avevano preparato tavolini, chiedendo di fermarmi a pregare con gli abitanti».

Aggiunge don Luca: «Mi ha colpito vedere decine di nomi in piccole frazioni oggi spopolate, cognomi ripetuti di intere famiglie falciate via dalla guerra, di generazioni cancellate. Quanti giovani sacrificati alla retorica nazionalista, mandati a sparare ad altri giovani, ad altri padri, figli, fratelli. I numeri di quella “inutile strage”, come la definì papa Benedetto XV, sono impressionanti. Purtroppo anche oggi l’inutile strage continua in tanti conflitti spesso dimenticati».

Conclude il “don” podista: «Assieme al ricordo e alla preghiera per i caduti, durante la corsa ho cercato di far risuonare la voce di profeti ed eventi di pace di cui pure in questo 2018 ricorrono anniversari significativi: Martin Luther King e Padre Pio a 50 anni dalla morte, don Tonino Bello a 25 anni, i 50 anni dalla prima Giornata mondiale di preghiera per la pace voluta da Paolo VI, i 70 della Costituzione. Sono voci che ci invitano a camminare sulle vie della pace e a fare anche dello sport una palestra di pace».

Per la cronaca, don Luca è arrivato al traguardo in 2.339° posizione, in 19 ore 20 minuti e 35 secondi, alle spalle del vincitore Andrea Zambelli di Reggio Emilia, che ha tagliato il traguardo dopo 6 ore 54 primi e 34 secondi. Negli ultimi 15 chilometri è stato affiancato anche dall’87enne faentino Giandomenico Sacchini, che ha compiuto 25 volte la corsa e nel 2000 andò a Betlemme a piedi, «sempre pregando per la pace».

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