Expo2015 “Cibo per tutti”: il padiglione della Santa Sede

Un padiglione minimalista ma ricco di significati. Entrando, si ha l’impressione di trovarsi in una chiesa vuoi per l’altezza del soffitto, vuoi per il quadro di Tintoretto raffigurante L’ultima cena che ti trovi subito davanti. Di grande effetto il lungo tavolo multimediale che occupa tutta la lunghezza del padiglione e i tre schermi che ininterrottamente trasmettono immagini legate al cibo, alla povertà e alla condivisione. Il padiglione della Santa sede, realizzato insieme a Cei e Diocesi di Milano, è stato inaugurato alle 15,30 ma sin dal mattino è stato una delle mete predilette dai visitatori dell’Expo. Il padiglione di Papa Francesco, di quel Papa venuto dalla fine del mondo per parlare a tutto il mondo. Anche qui ad Expo.

“Una sola famiglia umana, cibo per tutti” è la frase che risuona con insistenza dagli schermi. A tagliare simbolicamente il nastro è stato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e commissario generale della Santa sede per l’Expo. “Vorrei evocare quelle due frasi che sono alla base del nostro padiglione, l’unico in questa area che non ha al centro nessun prodotto”, ha detto Ravasi. La prima frase è “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” (evocata anche dal Papa nel suo videomessaggio di oggi): “Il suo simbolo è il tavolo che c’è nelle nostre case e nelle nostre chiese – ha detto Ravasi – da una parte ci siamo noi che abbiamo troppo cibo dall’altra c’è chi deve accontentarsi degli scarti, delle briciole”.
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Il messaggio forte che la Chiesa vuole lanciare – è stata la riflessione fatta da Ravasi – è che Dio ha imbandito la tavola per tutti. La seconda frase simbolo è “Non di solo pane.. “, vale a dire che non serve solo il nutrimento materiale ma quello dell’anima.

Da qui la scelta di ospitare una grande opera d’arte, per tre mesi la tela di Tintoretto, per altri tre un arazzo di Rubens: “Abbiamo voluto sottolineare che la nostra proposta e la nostra risposta non partono oggi ma duemila anni fa – ha spiegato monsignor Iacobone che ha illustrato la tela di Tintoretto -; la scena che viene proposta in questo quadro non è statica ma dinamica e coinvolgente, concitata” .

I tre video curati dalla regista Lia Beltrami sono stati girati in Burkina Faso, Ecuador e tra i profughi di Erbil. Il tavolo multimediale invece è un racconto per immagini di tutto ciò che nutre l’anima (non di solo pane…). Avvicinandosi al tavolo lungo 11 metri con 18 postazioni multimediali si attivano di volta in volta le immagini del “fare”, dal gioco al dire Messa, dal giardinaggio al lavoro al computer. Su un’altra parete invece spazio a un collage fotografico su cibo e povertà. Chi si recherà nel padiglione della Santa sede potrà contribuite con una piccola offerta a finanziare la carità del Papa.

“L’unico oggetto che verrà distribuito è una calamita che raffigura Papa Francesco – ha detto ancora Ravasi – chi lo vorrà potrà sostenere i suoi progetti caritativi in tutto il mondo”. All’ inaugurazione erano presenti anche il presidente della Biennale di Venezia Baratta e Piero Fassino.

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