Expo 2015 e la Madonnina accoglie tutti Viaggio nei padiglioni “cattolici”

Padiglione della Veneranda fabbrica del Duomo
Siamo abituati a vederla da lontano, alzando lo sguardo e strizzando gli occhi. La Madonnina è il simbolo di Milano. Un simbolo che non poteva non essere presente all’ Expo. Una copia, riproduzione fedele in scala 1 a 1, accoglie i visitatori all’ingresso del decumano, il viale principale che attraversa il sito espositivo. Per una volta la grande statua dorata possiamo ammirarla da vicino, salendo una piccola scala che ci fa quasi immaginare di essere sulle guglie del Duomo. Opera di Giuseppe Perego dal 1774 la Madonnina protegge e accoglie tutti: milanesi e non. Da qui l’idea di realizzarne una copia, accompagnata da qualche polemica su quale dovesse essere la sua collocazione, per rendere tangibile questo concetto di accoglienza anche all’expo. Realizzata dalla fonderia nolana Del giudice la statua è alta 4,6 metri realizzata in bronzo tramite una tecnologia scansione 3D dell’originale. All’ interno del padiglione un reportage fotografico racconta le fasi di realizzazione dei vari pezzi e il loro assemblea ento sino all’arrivo a destinazione.

Edicola della Caritas
Una struttura interamente bianca, un insieme di volumi geometrici che la fanno sembrare un’astronave. Si presenta purtroppo chiusa l’edicola della Caritas, un luogo creato per far riflettere sul tema dell’esposizione e su quel lungo cammino che ancora c’è da percorrere per combattere la povertà e la sottoalimentazione. Aprira appena possibile, ci dicono i volontari che ci fanno visitare la struttura ancora chiusa, c’ è stato un problema tecnico e manca una installazione. Il 9 maggio l’apertura ufficiale, ma l’obiettivo è fare presto. All’interno un percorso di visita che parte da una coloratissima cartina geografica in cui sono segnate tutte le 164 Caritas presenti nel mondo. Un tabellone elettronico, attivato alle 10 di oggi, conteggerà quante persone sono state concretamente aiutate dalla Chiesa nei mesi dell’ Expo. Alle 12,30, dopo solo due ore e mezza, sono già 276 mila. Una bellissima installazione dell’artista Vostell del 1973 ci fa capire le contraddizioni del nostro mondo: una cadillac piena di armi, che simboleggiano rispettivamente il lusso e la guerra, circondata da baguette di pane incartate nel giornale (la quotidianità) “Scarp de’ tennis”.

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Un’altra installazione, fatta di minuscole monetine, visualizza il fatto che nel 2016 il 50 per cento della ricchezza mondiale sarà in mano all’1 per cento della popolazione. Infine in un altro spazio ci sarà la possibilità per tutti coloro che lo vorranno di dire la propria sul tema della condivisone, di quel ” dividere per moltiplicare” scelto come filo conduttore della presenza di Caritas in Expo.

Casa don Bosco
Ha l’aspetto di una casa, il tetto il pavimento in legno Casa don Bosco, il padiglione dei Salesiani che sono presenti in Expo con l’ obiettivo di provocare, come spiega Ercole Lucchin,i ex allievo e uno dei responsabili del progetto. Expo vuole attirare l’attenzione sulla gestione del pianeta, i salesiani sulla gestione dell’essere umano puntando sull’aspetto dell’educazione per cambiare il mondo. Le frasi chiave sono quelle utilizzate da don Bosco: “Educare è una cosa di cuore” e ” in ogni giovane c’è un punto accessibile al bene” . La “casa” realizzata per Expo verrà alla fine dei sei mesi trasformata in un centro di accoglienza in Ucraina. Nel mondo ci sono oltre 3.200 istituti salesiani e quattro milioni di studenti.
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