Europa e Stati Uniti Una crisi a due velocità

A due anni dal crac di Lehman, a pochi mesi dallo scoppio del debito greco, l’economia occidentale si scopre molto meno globale di quanto si fosse mai sospettato. Mentre l’America di Obama si lecca le ferite, alle prese con una disoccupazione in costante crescita e con un deficit federale spaventoso, la Germania guida la riscossa europea puntando sull’export asiatico. La partita è appena all’inizio, e per il momento la strategia dell’austerità sta avendo la meglio.
L’ultima conferma è arrivata oggi:  i disoccupati in Germania sono nuovamente calati ad agosto. Meno 17.000 unità, che si vanno ad aggiungere ai buoni risultati registrati fin dall’inizio dell’anno. In termini assoluti il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 7,6 per cento, ovvero 3,19 milioni di disoccupati. Si tratta comunque di 283.000 disoccupati in meno rispetto ad agosto 2009, quando la Germania era piantata nel mezzo della peggiore recessione dal dopoguerra. Per quanto riguarda l’Eurozona, il tasso a luglio si è mantenuto stabile al dieci per cento, confermando il dato del mese precedente. In lieve diminuzione – secondo l’Istat – il tasso in Italia, pari all’8,4 per cento rispetto all’8,5 di giugno.
Lo scenario negli Stati Uniti è molto diverso. Lo ha ammesso anche il presidente Obama. "Troppi americani ancora cercano lavoro", ha dichiarato il capo della Casa Bianca, invitando il Congresso a non "tenere in ostaggio" le misure a favore delle piccole e medie imprese. Con un tasso di senza lavoro fisso al dieci per cento, Obama sa bene che l’economia reale è il terreno su cui gli americani lo giudicheranno alle elezioni di mid-term. Lo sa, e punta tutto sui nuovi progetti in cantiere per le energie pulite e per l’ammodernamento delle infrastrutture. "Il mio team economico – ha detto – sta lavorando duro per identificare ulteriori misure che possano fare la differenza sia nel promuovere la crescita e l’occupazione sia nell’aumentare la competitività".
I punti dolenti restano due. Il settore immobiliare, anzitutto, là dove la crisi è partita. Finiti i piani di incentivi fiscali per il settore, le case restano invendute. L’Amministrazione sta per aprire un maxitavolo di confronto con i principali esponenti del settore. Al centro, il progetto di una riforma dei due colossi Fannie Mae e Freddie Mac. Il secondo punto riguarda l’estensione dei benefici fiscali dell’era Bush per la classe media, in scadenza quest’anno. Obama ha parlato di "ulteriori tagli alle tasse per incoraggiare la creazione di posti di lavoro". Misure che potrebbero dare una spinta incoraggiando soprattutto le piccole e medie imprese. Su queste il presidente è costretto a puntare.

(©L’Osservatore Romano – 1 settembre 2010)