Essere mite e umile di cuore non significa essere uno senza pretese. Lui non si accontenta di uno sguardo, vuole che gli si dia ascolto

ASCOLTA

(Henri de Miller, 1986-89, Parigi, Jardin des Halles, accanto alla chiesa di Saint-Eustache)

 

«Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama». Gv 14,15-21

 

Andare dietro Gesù è ascoltarlo e obbedirgli. Quando il Signore chiede ai suoi di amarlo, colpisce non tanto per l’insistenza quanto per il fatto di legare l’amore all’osservanza dei suoi comandamenti: per tre volte torna su questo punto, girando e rigirando la frase (e dando garanzia che chi lo ama sarà riamato, da lui e dal Padre).

Che si sia accorto della possibilità d’essere cristiani, innamorati di lui, estasiati per lui, ma sordi alle sue parole? ignari di ciò che lui ha detto sul dono e sul perdono?

Che Gesù tema d’essere ridotto a immagine? soprattutto a un’immagine moscia, piatta, incapace di far ricordare ciò che lui chiede?

Essere mite e umile di cuore non significa essere uno senza pretese. Lui non si accontenta di uno sguardo, vuole che gli si dia ascolto. E vuole degli amici veri, non dei devoti.

La bellezza di quest’opera è nella sua essenzialità: le bastano una mano vicina all’orecchio e degli occhi pensanti. La capiscono anche i bambini, che ogni giorno vi si arrampicano contenti.

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