Donne nella Chiesa, presenza più incisiva

Si è svolto nel mese di dicembre, il convegno «Trascendenza ed esperienza nell’orizzonte di una fede incarnata. IV tavola rotonda Donne e religioni», presso la Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII a Bologna, organizzato dall’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (OIVD).

L’Osservatorio nasce nel marzo del 2019 con la firma di un protocollo d’intesa da parte di donne appartenenti alle fedi religiose cristiana, ebraica, mussulmana, buddhista, induista «unite nel comune obiettivo di operare contro ogni tipo di violenza nei confronti delle donne e per la loro promozione all’interno delle loro Comunità di fede e nella società» (dallo Statuto).

Tra i vari interventi proposti durante la tavola rotonda, nella quale hanno preso la parola donne appartenenti a religioni diverse, segnalo quelli di Cettina Militello, Carla Galetto e Paola Cavallari. Nel suo intervento la teologa cattolica Cettina Militello ha ricordato che la profezia delle donne nella vita della Chiesa italiana è visibile a diversi livelli. Se è vero che «il problema nella Chiesa cattolica è stato il discernimento dello spirito profetico gestito dalla gerarchia maschile», è pur vero che c’è stato negli ultimi decenni tutto un fermento, che rivela segni positivi della presenza delle donne nella Chiesa e nella società italiana. Si va, allora, dalla presenza di donne nelle cattedre di Teologia, alla testimonianza in forma di martirio delle religiose morte in Africa a causa dell’ebola. Significativa è anche la costituzione del Coordinamento delle teologhe italiane, con una notevole e qualificata produzione teologica.

Incisivo e con uno stile biografico è stato l’intervento di Carla Galetto, appartenete alla comunità di base di Pinerolo.

«Abbiamo attivato una comunità di base – ha raccontato Carla – un percorso radicalmente nuovo, uomini e donne insieme. Abbiamo creato un rapporto con femministe che ci ha permesso di entrare in dialogo con varie realtà di base e teologiche.

Ci siamo confrontate a lungo sulla nostra differenza sessuale e abbiamo deciso di uscire da un sistema maschile precostituito».

Secondo Carla, il percorso intrapreso ha prodotto nel tempo alcuni cambiamenti negli uomini, un cammino di autocoscienza maschile e ciò ha permesso di provocare nuove riflessioni su temi delicati come la prostituzione. Da ultimo, segnalo l’intervento della teologa Paola Cavallari, animatrice dell’OIVD. Dopo aver ricordato che «divenire coscienza non è tendere all’indipendenza, ma va compreso nel percorso di farsi strada di un sé a fatica», la Cavallari ha ricordato la testimonianza di tre donne che, per la loro testimonianza possono essere considerate delle vere e proprie profetesse dei giorni nostri, vale a dire: Ivone Gebara, Carla Lonzi e Anna Deodato. I tanti interventi in sala hanno testimoniato il valore delle relazioni proposte.