Domenica 23 dicembre, a venti anni dalla morte LA PARROCCHIA DI SANTO STEFANO HA RICORDATO IL PARROCO DON BRUNO MORINI

I 55 anni del generoso e prezioso ministero sacerdotale di don Bruno Morini, spentosi il 15 dicembre 1998 a 78 anni, e i vari incarichi da lui ricoperti sono stati ripercorsi domenica 23 dicembre da mons. Emilio Landini nell’omelia della Messa presieduta in Santo Stefano dal parroco don Daniele Casini nel ventesimo della morte del sacerdote.

Per ben ventidue anni, dal 1951 al 1973, don Morini guidò la parrocchia cittadina di Santo Stefano lasciando una profonda impronta e promuovendo iniziative che ancora continuano: ritrovo parrocchiale; F.A.C. – Fraterno Aiuto Cristiano, anticipatore della Caritas per dare a chi è in situazione di difficoltà e per ascoltarne le necessità -; consacrazione delle famiglie alla Madonna l’8 dicembre; fondazione del “Diario” il bollettino parrocchiale inviato a tutte le famiglie della parrocchia. Don Bruno si distinse nell’applicazione della riforma liturgica voluta dal Concilio; nella valorizzazione piena dei laici nella vita della comunità e  nel rilievo dato al Consiglio Pastorale Parrocchiale; è stato guida spirituale per tanti giovani. Ha saputo fare di Santo Stefano una parrocchia all’avanguardia, ha rimarcato mons. Landini.

Prima di diventare parroco in città, don Bruno, nato a Montecchio il 2 ottobre 1920 e ordinato sacerdote il 27 giugno 1943, ha svolto il suo ministero per otto anni – di cui tre mentre infuriava la guerra – in montagna a Pianzo e Poiano.

Mons. Landini ha altresì sottolineato la profonda vocazione contemplativa-monastica di don Bruno che a 53 anni si ritirò a Rossena e Canossa per dare maggiore spazio alla meditazione; ha lasciato due preziose pubblicazioni: “Se lo vedessi” e “Se lo sentissi”, titoli di chiara ispirazione manzoniana. Poi nel 1978 il vescovo Gilberto Baroni lo chiamava ad assumere il ruolo di Segretario del Sinodo diocesano, incarico mantenuto sino alla conclusione dell’assise.

Don Bruno aveva una spiccata vena poetica: lo dimostrano due raccolte di componimenti: “Voglio svegliare l’aurora” e “Svegliatevi arpa e cetra”.

Profonda spiritualità, intensa vita di preghiera, lettura e meditazione costante della Parola di Dio, attenzione all’ascolto e al dialogo, contatto continuo con i parrocchiani soprattutto con i giovani, accoglienza e sorriso, capacità di consigliare, senso dell’amicizia sono state le doti che hanno sempre contraddistinto don Bruno, a cui tanti gli sono ancora debitori per la loro formazione umana e cristiana.

Don Morini aveva notevoli interessi culturali; è stato tra i soci fondatori della Società Reggiana di Archeologia e durante io suo parroccato ha promosso accurate indagini sull’architettura di Santo Stefano, riscoprendo preziosi tracce dell’antica chiesa.

In occasione del ventennale della morte è stato edito un numero speciale commemorativo del “Diario”, ricco di testimonianze di parrocchiani, corredate da fotografie; alla celebrazione eucaristica hanno partecipato “giovani” formatisi e cresciuti in Santo Stefano sotto la guida di don Bruno.

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Nella foto: mons. Emilio Landini pronuncia l’omelia

Nella foto: i “giovani” di Don Bruno