Dischi musica sacra. Ricercando dove l’Aria è più pura: Daniel Behle e l’universo di Bach

Il tenore tedesco Daniel Behle ha già dato ampiamente prova della sua naturale predisposizione nell’affrontare le roccaforti del repertorio cameristico dei Lieder (da Franz Schubert a Richard Strauss) così come i monumentali capolavori della musica sacra, dal Messiah di Händel all’Elijah di Mendelssohn, passando per La Creazione di Haydn e il Requiem di Mozart; è infatti sempre in grado di padroneggiare con estrema sensibilità le mille sfumature espressive della singola parola, affidata a una linea di canto ora coronata dal semplice accompagnamento del pianoforte, ora contesa con le grandi masse corali e orchestrali delle partiture più colossali.
Prerogative interpretative indispensabili per impaginare un programma come quello del suo nuovo cd esclusivamente dedicato all’arte di Johann Sebastian Bach (e semplicemente Bach è il titolo) realizzato al fianco della virtuosa flautista Anne Catherine Heinzmann e del Collegium Musicum der Göppinger Kantorei diretto da Klaus Rothaupt (cd pubblicato e distribuito da Sony Classical). Si tratta di una selezione di brani i cui testi attingono tra Nuovo e Antico Testamento, Salmi e Corali luterani; una decina di pagine tratte dallo sterminato catalogo delle Cantate, degli Oratori e delle Passioni che, nonostante siano state estrapolate dal loro contesto originale, non tradiscono mai la loro evidente impronta comune: quell’unità di fondo contrassegnata dal “cuore” di una musica tesa all’immedesimazione con gli intimi risvolti dell’animo umano, campo d’indagine prediletto dal genio bachiano che nella forma compositiva dell’Aria ha trovato modo di sviscerare il più nascosto tra gli stati d’animo e il più inaccessibile tra i sentimenti.
Il timbro fermo e sicuro di Behle rappresenta un sigillo di continuità impresso sui differenti panorami sonori offerti da un percorso che passa attraverso il brano principe della Cantata «Ich habe genug» BWV 82a o il Benedictus dalla Messa in si minore, per poi chiudersi idealmente con il messaggio di riconciliazione e l’annuncio del perdono divino dell’aria Jesus nimmt die Sünder an dalla Cantata BWV 113, suggellata dalla leggiadra baldanza di una melodia festosa mirabilmente fiorita dagli abbellimenti di un flauto che sembra sfidare le leggi di gravità del contrappunto.

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