Disastro aereo. A bordo una «internazionale del bene»: chi sono le vittime

I volti di sei delle vittime italiane: dall'alto a sinistra, in senso orario: Sebastiano Tusa, Carlo Spini con la moglie Gabriella Vigiani, Matteo Ravasio, Paolo Dieci, Maria Pilar Buzzetti e Virginia Chimenti

Tutti legati all’Africa in un modo o nell’altro. O per amore verso quel continente, o per lavoro o per passione. Gli otto italiani che hanno perso la vita nello schianto dell’aereo dell’Ethiopian Airlines vicino Addis Abeba, avevano l’Africa nel cuore. Sono quattro cooperanti, tre funzionarie Onu e un archeologo.

La tragedia

Sebastiano Tusa, 66 anni, era un noto archeologo molto conosciuto anche a livello internazionale. Un “tecnico” con la passione per la politica. Sovrintendente del Mare della Regione Siciliana, docente di Paleontologia presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, dall’11 aprile 2018 era stato chiamato a ricoprire la carica di assessore ai Beni culturali per la Regione Siciliana nella giunta guidata da Nello Musumeci, dopo le dimissioni del critico Vittorio Sgarbi.

Matteo Ravasio, Carlo Spini e Gabriella Vigiani appartenevano alla Onlus bergamasca ‘Africa Tremila’. Ravasio, commercialista 50enne, era tesoriere dell’associazione. Carlo e Gabriella, moglie e marito con 4 figli, vivevano a San Sepolcro, nell’Aretino. Il sindaco, al telefono con LaPresse, li ricorda con commozione e voce rotta dal dolore. “Sono moderni testimoni di pace – dice -. Con il loro fare cercano di portare la pace tra i popoli, anche in Africa”. Lui medico in pensione e lei infermiera caposala dell’ospedale di Sansepolcro, “hanno una famiglia bellissima. Sono conosciutissimi e stimati, tutti gli vogliono bene”, racconta il sindaco. “Da tanti anni, anche prima della pensione, viaggiavano per aiutare il prossimo in Africa. Portavano la loro esperienza organizzando tante iniziative qui. Hanno sempre fatto quello in cui credevano”, afferma Cornioli.

Dal mondo del volontariato viene anche Paolo Dieci, romano, presidente di Link 2007, una rete delle più importanti Ong italiane. 56 anni, sposato e padre di tre figli, aveva fatto della cooperazione internazionale la sua vita. Nella lista delle vittime anche tre giovani donne: Maria Pilar Buzzetti e Virginia Chimenti, impegnate per il World food program dell’Onu, e Rosemary Mumbi.

Il luogo dell'impatto con l'aereo della Ethiopian Airlines (Ansa)

Il luogo dell’impatto con l’aereo della Ethiopian Airlines (Ansa)

Sul volo ET 302 c’era una piccola “Internazionale del Bene”, un microcosmo impegnato nelle battaglie più nobili o nelle regioni più sfortunate della Terra: ambientalisti, cooperanti, climatologi impegnati contro il surriscaldamento del Pianeta… I passeggeri provenivano da 35 Paesi diversi, dal Regno Unito alla Russia, dalla Nigeria alla Slovacchia, oltre alla stessa Italia.

Tra i sette britannici c’era la 36enne Joanna Toole, ambientalista che collaborava con la Fao e che da agosto viveva in Italia. A Nairobi avrebbe rappresentato l’agenzia all’assemblea Onu sull’ambiente, al pari della connazionale 30enne Sarah Auffret che doveva rappresentare l’Association of Arctic Expedition Cruise Operators.

Una delle vittime del disastro aereo, Sarah Auffret (Ansa)

Una delle vittime del disastro aereo, Sarah Auffret (Ansa)

Nella lista delle vittime c’è anche l’ambasciatore nigeriano Abiodun Oluremi Bashua che, dopo una vita spesa nel servizio diplomatico di Abuja, era passato a lavorare per l’Economic Commission for Africa delle Nazioni Unite. Insieme a lui, c’era Pius Adesanmi, docente nigeriano alla Carleton University di Ottawa, in Canada, autore tra l’altro di una raccolta di saggi satirici.

L’irlandese Michael Ryan, ingegnere del World Food Programme (Wfp) dell’Onu, aveva appena concluso un viaggio di lavoro in Etiopia, mentre la tedesca Anne-Katrin Feigl lavorava per l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni (Oim) ed era diretta a Nairobi per un corso di formazione.

Dal Kenya provenivano Hussein Swaleh, ex segretario generale della Federazione keniota di calcio, e Cedric Asiavugwa, giovane studente di legge alla Georgetown University a Washington, impegnato in passato ad aiutare rifugiati da Zimbabwe, Uganda e Tanzania.

Sul volo dell’Ethiopian Airlines c’era anche un parlamentare del partito ultra-nazionalista slovacco, Anton Hrnko, insieme alla moglie e ai due figli, un maschio e una femmina, così come l’amministratore delegato svedese del Tamarind Group, Jonathan Seex. A perdere la vita sono stati anche tre giovani medici austriaci, diretti a Zanzibar, e tre turisti russi. 

La tragedia aerea “mi addolora profondamente”, sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell’archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano”, ha sottolineato, rendendo “omaggio alla loro memoria”. Nel “giorno del dolore”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “ci stringiamo tutti ai familiari delle vittime rivolgendo loro i nostri partecipi, commossi pensieri”. 

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