Disabili. Da Pompei alla Marmolada, ecco l’Italia senza barriere

Una sala del Museo Tattile Omero di Ancona con un gruppo di studenti durante il percorso sensoriale

Avvenire

Siamo il Paese più bello del mondo per arte, cultura e natura. Meta turistica tra le più gettonate anche dagli stranieri. Ma è davvero possibile a tutti accedere agevolmente a musei, monumenti, siti archeologici e parchi naturali? Non sempre, infatti, il diritto ad apprezzare le bellezze italiane viene garantito ai disabili, nonostante la severa normativa vigente sull’abolizione delle barriere architettoniche.

Terreni sconnessi, scale o rampe ripide, gradini troppo alti, porte strette, ma anche un’eccessiva esposizione a fattori climatici e ambientali, possono essere un motivo di rinuncia – o una forte limitazione – alla visita del bene culturale da parte di chi ha difficoltà motorie o sensoriali. E spesso bisogna fare i conti anche con vincoli di tutela storico-artistica che, come tali, non possono essere rimossi. Da undici anni il Mibac sta lavorando alacremente per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Per questo, d’intesa con i direttori dei vari istituti museali, nel 2008 sono state approvate le prime ”linee guida” di un progetto che mette in primo piano l’accoglienza e la creazione di percorsi multisensoriali con lo scopo di favorire narrazioni adeguate predisponendo anche strumenti di mediazione culturale. Spiega il funzionario del Mibac, coordinatrice del progetto, Gabriella Cetorelli: «Il concetto di “accessibilità” si è molto dilatato e non si limita più a considerare il solo l’ingresso fisico, emergendo la necessità di tutta una serie di attività e servizi connessi anche all’accessibilità senso-percettiva, cognitiva, culturale, sociale come pure emozionale, poiché il museo deve accogliere e coinvolgere completamente i propri visitatori».

Realizzati dunque i primi interventi di adeguamento delle strutture il Mibac ha messo in rete “A.D. Arte”, un sistema informativo (www.accessibilitamusei.beniculturali.it) che aiuta le persone con esigenze specifiche a fruire dei beni culturali: si tratta di schede, in italiano e inglese, di musei e aree archeologiche statali (80 finora, ma arriveranno entro la fine dell’anno a 150) aperti al pubblico, con immagini e planimetrie parlanti che consentono una facile “lettura” di percorsi e di materiali. È un progetto unico nel suo genere in Europa, un’eccellenza italiana da esportare. «Ed è stato recepito – precisa Gabriella Cetorelli – nell’ambito del programma europeo “Erasmus plus” quale modello formativo e innovativo per il turismo inclusivo, diffondendolo in ambito comunitario».

Ma quali sono le opere fin qui “liberate” dalle barriere e attrezzate per garantirne la piena fruibilità? Tra quelle segnalate dal sistema del Mibac c’è l’ascensore per Michelangelo che nelle cappelle medicee di Firenze collega l’ingresso della cripta con il primo piano dove si trovano le cappelle dei Principi e la Sagrestia Nuova, con una pedana a scomparsa per superare gradini ineliminabili. La passerella nella necropoli di Tarquinia(sito Unesco) è, invece, un accesso facilitato (progettato secondo i principi dell’“Universal design”) che permette a tutti di visitare la Tomba della Pulcella (V secolo a. C.) con i suoi affreschi: qui sono stati installati anche una postazione multisensoriale con le informazioni, ausilii per non udenti e supporti audio per non vedenti. I passaggi del Teatro Farnese a Parma, all’interno del palazzo della Pilotta, sede della Galleria Nazionale, sono costituiti da una rampa e un percorso di 83 metri che consente di accedere, attraverso un ascensore, al primo piano, dove è visitabile la sezione medievale. Nell’Antiquarium di Boscoreale, vicino Napoli, una rampa collega, al posto delle scale, le porte dell’edificio le cui sale espositive si sviluppano su un seminterrato e al piano terreno. Interventi sono stati realizzati nella Reggia di Caserta e nell’annesso parco dove è possibile usufruire anche di un servizio di assistenza ai disabili. Nel Parco archeologico di Paestum funziona il programma “Architetture senza barriere” con visite guidate e percorsi privilegiati attraverso pedane in legno. Imponente il progetto agli scavi di Pompei, con oltre tre chilometri di percorso con pavimentazioni speciali fruibile a tutti e nuovi supporti tecnologici. Ai Fori Imperiali e al Palatino, nel cuore antico di Roma, ecco un tracciato percorribile con le carrozzine ed elevatori per non deambulanti.
Un altro progetto è stato dedicato ai malati di Alzheimer: si chiama La memoria del bello ed è stato predisposto dalla direzione generale con la Soprintendenza alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma: consiste in una serie di visite guidate interattive: l’arte e le occupazioni creative possano svolgere, infatti, un ruolo di sussidio nelle terapie.

«Vorrei poi menzionare inoltre – afferma la dottoressa Cetorelli – il Museo Tattile Statale “Omero” di Ancona, unico in Italia, progettato per “essere toccato” e consentire una nuova fruizione estetica ed emozionale: è uno degli istituti che ha condiviso con la direzione generale Musei il progetto “A.D. Arte”».

Tra le iniziative virtuose, benché fuori dal progetto ministeriale, va annoverata la funivia della Marmolada, installata per collegare la Malga Ciapela, a 1.500 metri di quota, a Punta Rocca, oltre i 3.300: l’impianto consente ai disabili in carrozzina di arrivare senza ostacoli alla terrazza panoramica che spazia tra le montagne del Bellunese e quelle del Trentino.

Da sapere

Con un decreto firmato dal ministro per i Beni culturali, Alberto Bonisoli, il 21 agosto è stata istituita una commissione di studio per la redazione di un piano finalizzato all’eliminazione delle barriere architettoniche, senso-percettive, culturali e cognitive nei musei, complessi monumentali, aree e parchi archeologici. Vi fanno parte, tra gli altri, Annalisa Bottoni in qualità di presidente, Gabriella Cetorelli (responsabile progetti speciali Musei, Mibac), Anna Contardi (Associazione persone Down), Amir Zuccalà (Ente nazionale sordi), Aldo Grassini (presidente del museo “Omero”) e rappresentanti di soprintendenze, Cnr, Anci e ministero. «La commissione – commenta Cetorelli – dimostra l’impegno e l’attenzione ai temi della fruizione ampliata al patrimonio, messi in atto dal ministro Bonisoli». E anche Matera, Capitale europea della cultura 2019, è senza barriere, grazie all’impegno di associazioni e all’amministrazione comunale: gravine e chiese rupestri sono diventate infatti accessibili a tutti. Varato, nella Città dei Sassi, anche il progetto Cnr Itabc, piattaforma digitale in grado di supportare gli utenti sia nella pianificazione della visita che durante la permanenza nel capoluogo lucano.

Anche i parchi divertimento si adeguano

La questione delle “barriere” interessa anche i parchi di divertimento. «La tematica nel settore è molto sentita e strutture come “Gardaland” risultano tra le prime in Europa» afferma Saverio Fontana, presidente di Viviparchi, associazione per il tempo libero e la vacanza dedicata alle famiglie con figli. Anche “Leolandia”, vicino Bergamo, tra i parchi più frequentati, si è “specializzato”. Racconta Barbara, mamma di un bambino autistico e punto di riferimento, col marito, di altri genitori:«I disabili qui non pagano e l’accompagnatore ha diritto a una tariffa ridotta: bisogna essere muniti di un certificato di disabilità, noi siamo andati col verbale della commissione Inps e andava bene».