Diocesi di Albano. Nasce la casa di accoglienza per padri separati

Uno scorcio dell'interno della Casa di accoglienza per papà separati inaugurata ad Albano

Uno scorcio dell’interno della Casa di accoglienza per papà separati inaugurata ad Albano

Una casa per i papà separati, un luogo dove ricostruire il rapporto coi propri figli. È la casa di accoglienza Monsignor Dante Bernini, inaugurata oggi in località Tor San Lorenzo di Ardea. Un’iniziativa della Diocesi di Albano, il progetto “Per essere ancora papà”, che nasce dall’insorgenza di una nuova necessità sociale: lo stato di difficoltà in cui alcuni uomini finiscono al momento della separazione.

La bella struttura in riva al mare, offerta in comodato d’uso per sette anni dalle suore Pastorelle, potrà ospitare per un periodo di 6 mesi, prorogabili a 12, fino a 14 papà in camere singole con bagno. Ci sono poi camere dove i papà potranno stare nei giorni di “visita” insieme ai figli, sale comuni, una cappella.

Gli interni della Casa di accoglienza inaugurata dalla diocesi di Albano: c'è anche la cappella

Gli interni della Casa di accoglienza inaugurata dalla diocesi di Albano: c’è anche la cappella

Non è una mera erogazione di servizi, bensì la possibilità di offrire percorsi umano/spirituali che promuovano, stimolino e orientino le persone che la abitano a riacquistare l’autonomia e l’indipendenza perduta, implementando le proprie capacità», spiega la responsabile Luciana Mandolini.

L'esterno della palazzina che ospita la Casa di accoglienza

L’esterno della palazzina che ospita la Casa di accoglienza

Si comincia con sette papà, storie drammatiche e commoventi (domenica su Avvenire), seguiti da un’equipe di professionisti e volontari. «Un’iniziativa – ha sottolineato, dopo aver tagliato il nastro, il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro -, nata in occasione del Giubileo della Misericordia. Era necessario un ulteriore anello alla catena di quello che già si faceva per tante emergenze. Non si tratta solo di dare una stanza a persone in difficoltà. È qualcosa di più. Quello che ci deve caratterizzare è un servizio alla genitorialità. Perché i figli non divorziano». Il vescovo, che è anche segretario del C9, il gruppo di cardinali che sta aiutando il Pontefice nella riforma della Curia, ha poi rivelato di aver parlato del progetto a papa Francesco. «Mi ha risposto incoraggiando: “Sei nel giusto”».

Avvenire