“De gustibus” non è la solita cucina in tv

gastronomia

«Mi chiamo John Dickie e faccio lo storico». Si presenta sempre così il conduttore di De gustibus (History, venerdì alle 21). Lo premette per far capire che è inglese, che vanta qualche frequenza a Oxford e che conosce bene il nostro Paese tanto da insegnare Studi italiani all’University College di Londra, oltre ad aver scritto di mafia e di cucina, ovvero delle cose che qualificano, nel male e nel bene, l’Italia nell’immaginario collettivo degli stranieri. Autore di Con gusto. Storia degli italiani a tavola (a cui il programma di History si ispira), Dickie è convinto che il genio italico si esprima soprattutto ai fornelli. Per questo da gennaio ha proposto in sei puntate un viaggio nel passato del nostro Paese per raccontare la storia italiana attraverso il cibo. Partito dall’antica Roma, ha attraversato il Rinascimento, esplorato il Risorgimento, la Grande Guerra, il Fascismo, raccontato la cucina del boom economico per arrivare ai giorni nostri. È passato dall’opulenza dei banchetti degli imperatori e delle corti rinascimentali alla misera tavola della plebe affamata e al semplice rancio dei soldati, incontrando studiosi e chef noti al grande pubblico, fornendo curiosità e aneddoti, ricreando e assaggiando cibi e bevande del passato e sfatando alcuni miti che contraddistinguono il nostro passato culinario. Ad esempio, sembra incredibile, ma per i viaggiatori del Settecento la cucina italiana era la peggiore d’Europa. A rimettere le cose a posto ci ha pensato Pellegrino Artusi, «il padre della cucina italiana moderna». All’interno della serie (che si è appena conclusa, ma già da stasera partono le repliche) una delle puntate ci ha portato “A pranzo con il Papa”, perché anche la Chiesa ha influito sulla cucina nostrana. Ma non solo: il cibo, o meglio il non cibo, favorì anche l’elezione di Gregorio X nel 1271, quando a Viterbo i cardinali riuscirono, dopo tre anni, a mettersi d’accordo una volta messi a pane e acqua. In ogni caso, la religione è stata un grande stimolo alla creatività degli italiani a tavola, che adesso sono assediati da una tv piena di cucine e di chef, ma De gustibus si distingue: è un programma divulgativo, intelligente, ironico quanto basta e ovviamente gustoso. John Dickie è un ottimo commensale che costruisce i suoi tour con la precisione di un film.

tratto da Avvenire