Dati demografici. Morti in forte aumento e pochi nati: il vero deficit italiano

Parlare di demografia attorno alla metà del mese d’agosto, quando i ritmi della vita rallentano e si vorrebbe assaporare il piacere del meritato riposo, sembra un accanimento che solo Giovanni Sartori, con le sue vivaci (e francamente spesso discutibili) considerazioni sui temi della popolazione, si poteva permettere. Tuttavia, il recente aggiornamento del bilancio demografico della popolazione italiana, fornito dall’Istat per il primo trimestre del 2017, offre spunti che inducono a travalicare gli scrupoli nel proporre una riflessione impegnativa pur in presenza di un clima agostano e vacanziero.

Alla luce dei nuovi dati, ciò su cui conviene innanzitutto soffermarsi non è tanto il prosieguo della tendenza a perdere popolazione – altri 57mila residenti in meno tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2017 che si aggiungono agli oltre 200mila persi nel biennio 2015-2016 – quanto le modalità con cui tale risultato è andato concretizzandosi. Ci troviamo infatti in presenza di un quadro statistico che anticipa la prospettiva di un nuovo anno contraddistinto da record negativi su tutti i fronti.
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