Da Eufronio a Brueghel, l’arte di salvare la bellezza

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CASTEL SANT’ANGELO (ROMA) – Siamo in grado di salvaguardare il nostro patrimonio culturale? E in che modo? Parte da questa domanda la mostra “Il mondo salverà la bellezza?. Prevenzione e sicurezza per la tutela dei Beni Culturali”, inaugurata il 12 luglio a Roma, nelle sale del Castel Sant’Angelo, con i capolavori dell’arte, dal mitico Cratere di Eufronio a tante tele, oggetti, statue di tutte le epoche recuperate in questi anni dai carabinieri dei beni culturali. “Una mostra straordinaria che racconta il grande lavoro fatto dai nostri carabinieri della cultura che sono un’eccellenza mondiale”, fa notare il ministro della Cultura Dario Franceschini inaugurandola. Un lavoro straordinario, aggiunge, “frutto di grande competenze scientifiche e di grandi professionalità che il mondo ammira e che ha dato vita anche a quell’unità chiamata I caschi blu della cultura che sta diventando un punto di riferimento in tutto il mondo e che noi porteremo a conoscenza di più paesi nel G20 cultura che sarà a Roma il 29 e 30 luglio”.
Franceschini ricorda quindi che il criterio adottato dall’Italia è quello che le opere “tornino dove sono state trafugate o comunque se non è conosciuto con esattezza il luogo di provenienza il luogo cui fa riferimento storicamente quell’opera”. E quindi, aggiunge, “c’è da un lato un’operazione doverosa per contrastare il crimine e recuperare opere trafugate o danneggiate e contemporaneamente farle diventare un veicolo di arricchimento delle nostre collezioni museali, magari dei musei meno conosciuti”. Tra i capolavori esposti nella rassegna ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura di Roma diretto da Giuseppe Lepore in sinergia con la Direzione Generale Sicurezza del Patrimonio Culturale MiC, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo diretto da Mariastella Margozzi, c’è appunto anche il celeberrimo cratere di Eufronio, “che è stato restituito qualche tempo fa e che è diventato il simbolo del museo di Cerveteri – fa notare il ministro – perché l’identificazione con il luogo è totale”. Articolata in diverse sezioni, la rassegna – che sarà visitabile fino al 4 novembre – espone opere di tutte le epoche da una crocefissione di Pieter Brueghel il Giovane al frammento recuperato dell’obelisco di Montecitorio. Una sezione è dedicata al recupero dei beni e alle indagini che ne hanno permesso la restituzione e la messa in sicurezza. Un racconto che accende i riflettori anche sul mondo del web, diventato negli ultimi anni un canale di diffusione e di smercio di queste opere , ma che nello stesso tempo, sottolineano gli organizzatori, può diventare “anche un alleato per la loro difesa nel contrasto dei traffici illeciti grazie alla creazione di banche dati”. Ecco quindi illustrato l’impegno dell’ufficio esportazioni del ministero, sempre in collaborazione con i carabinieri del nucleo per la tutela dei beni culturale (Tpc) per evitare le esportazioni illecite di gioielli del patrimonio italiano. E ancora il racconto si sofferma sui tanti interventi di questi militari specializzati nei luoghi delle calamità e dei disastri, storia recente se si pensa ai terremoti dell’Abruzzo, del Lazio delle Marche e dell’Umbria, grandi tragedie che sono state anche un ottimo campo di addestramento e di messa a punto di modelli di intervento che poi, d’intesa con la Protezione civile e con l’Unesco, sono stati esportati negli altri paesi del mondo.