Cupio dissolvi: kamikaze in pagina “laica”

Voglia di morire… a Natale? Ieri “Pubblico”, che si dichiara in grave difficoltà, ospita (p. 22) la protesta-minaccia di un lettore “grillino”: «Mi piange il cuore, ma devo dirti che ti sta bene, così impari a fare dell’antigrillismo il tuo credo»! Il giornale, neonato, lamenta la prossima fine: pochi lettori, poca benzina nel motore. Spiace sempre, ma talora certi fallimenti sono voluti, e ieri lì ad ogni pagina ce n’era una. Per esempio pp. 8 e 9 tutte sul «diritto al matrimonio omosessuale». Non ai diritti civili dei cittadini omosessuali ma al “matrimonio” come tale. Tutti d’accordo, in giro, o c’è qualche problema? A p. 10, poi, l’abbraccio di 20 lettori, tra cui un “prete” che sta sempre «con gli ultimi». Va bene, ma a tutta p. 11 – «Lasciare la Chiesa, la marcia… allo sbattezzo» – entusiasmo straripante per chiunque rifiuta fede e Chiesa cattolica… È libertà, ma non incoraggia un lettore – forse in giro ce n’è ancora più di qualcuno – che cattolico è, e vuole restare, e magari stare anche «con gli ultimi»: lettore non guadagnato, e anzi respinto. Seguono 3 confessioni “laiche”, una così: «Facevo il catechista, ora mi considero ateo». Va bene anche questo. Tra l’altro, però, nel lancio c’è un numero entusiasta: «Lo hanno fatto in 115 mila»! Ma lì sotto leggi: «Il Vaticano ha i dati degli addii, ma si guarda bene dal diffonderli». Che furbi questi preti, eh? Ma allora quel «115 mila» da dove salta fuori? Torno alla protesta del grillino di p. 22. E se ce ne fosse un’altra: «”Pubblico”, basta con l’antichiesa e l’antifede cattolica»? Forse qualche lettore in più potrebbe esserci? A meno che – sospetta Malpelo – non ci si voglia condannare da soli al destino che gli “abbracci” dei lettori siano soltanto… mortali.

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