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Il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa celebra la memoria liturgica del Cuore Immacolato di Maria. La festa è stata istituita nel 1944, ma il culto è legato alle origini del cristianesimo. “Maria da parte sua – si legge nel Vangelo di San Luca – serbava tutte queste cose meditandole nel suo Cuore”. Al Cuore di Maria sono legati riflessioni e scritti di Pontefici, santi e dottori della Chiesa. Per San Gregorio Taumaturgo il Cuore della Beata Vergine è il “vaso di tutti i misteri”. Sant’Agostino scrive che Maria, “concependo Cristo prima nel Cuore che nel suo grembo”, credette e in Lei “quel che credette si avverò”. Nel Medioevo la preghiera “Stabat Mater”, sequenza liturgica in onore della Madonna attribuita a Iacopone da Todi, è una meditazione sulle sofferenze di Maria durante la Passione di Cristo e sulla congiunzione dei due Cuori redentori. “La Madre e il Figlio – scrive il monaco Arnaldo di Bonavalle vissuto nella prima metà del 12.mo secolo – offrivano a Dio lo stesso sacrificio, ella col sangue del suo Cuore, egli col sangue del suo corpo”.