Cristiani e pagani uniti dal desiderio di essere salvati

Abbiamo bisogno di essere salvati?

Che significa essere salvati? Chi può salvarci? Domande delicate, che da sempre risuonano, forse oggi più sommessamente, nel cuore di ogni uomo, come dimostra la raccolta di saggi contenuti in La salvezza. Relazioni fra pagani e cristiani nella tarda antichità,

curata da Vincenzo Lombino e Arianna Rotondo per Città Nuova (pagine 276, euro 22). Ecco solo alcuni dei contributi pubblicati nel volume. Claudio Moreschini sottolinea che i concetti di ‘salvare’ e ‘salvezza’ in generale nel Nuovo Testamento non sembrano avere un significato materiale e tendono gravitare verso il futuro, per cui le speranze dei cristiani sono rivolte al giorno finale della salvezza. D’altro canto, l’idea di ‘salvezza’ sembra estranea al Vangelo di Giovanni, che preferisce parlare di ‘vita eterna’, esperibile già nel presente. Nei testi cristiani dei primi secoli si nota inoltre una vivace discussione, soprattutto nel confronto con i pagani, sul fatto se esista una salvezza della carne o dell’anima, secondo una serie di problemi che sollevano innanzitutto la questione su chi sia l’uomo. Il problema centrale si rivela dunque di taglio antropologico, in riferimento alla concezione unitaria dell’uomo composto di anima e corpo, a cui è riservata pari dignità dal pensiero cristiano, contro le derive eccessivamente spiritualizzanti. Ancora, nella riflessione di Agostino, delineata da Vittorino Grossi, è la volontà, sanata dalla grazia divina, che rende l’uomo suscettibile di salvezza o di dannazione. Si tratta di una prospettiva che risente inevitabilmente dell’esperienza del vescovo africano, delle polemiche in cui è stato coinvolto e della personale ricerca rispetto alla volontà di Dio che tutti gli uomini siano salvi (1 Tm 2,4). Infine, nei primi secoli del cristianesimo neppure la politica imperiale era estranea alle istanze di salvezza: nella legislazione teodosiana, presentata da Angelo Di Berardino, il termine salutaris indica quelle leggi che recano un vantaggio per tutti. In questo senso il temine ‘salvezza’ perde la valenza metastorica, per abbracciare quella della prosperità dei cittadini e della comunità civile. Pertanto i provvedimenti degli imperatori cristiani da Costantino in poi stimolano un’organizzazione del tempo pubblico a favore della vita liturgica ed etica dei cristiani, che facevano dunque l’esperienza di un impero che teneva alla salvezza dei cittadini. È il caso, per esempio, della domenica, che nelle intenzioni di Costantino era un giorno di culto per tutti e non solo per i cristiani, anche se col passare del tempo sono stati prevalentemente i cristiani ad averne i maggiori vantaggi.

Questa legislazione ci permette di comprendere come i nuovi valori cristiani, sociali, etici e religiosi si diffondessero sempre di più nella società tardo-antica e come di conseguenza le persone facessero concretamente esperienza della salvezza proprio nel tempo. I curatori del volume ritengono, in maniera condivisibile, che sia opportuno accogliere la categoria delle ‘relazioni’ per leggere i rapporti tra pagani e cristiani in epoca tardo-antico. In questa prospettiva si può inserire anche l’esperienza della salvezza, che rappresenta dunque un punto di contatto, ancorché da angolazioni differenti, tra gruppi religiosi ed esperienze personali. Da qui deriva forse una stimolante provocazione per la società attuale, che presenta vari punti di contatto con quella tardo-antica. Se da un lato, infatti, oggi appare più difficile parlare di salvezza dell’uomo, perché gravato dal desiderio di onnipotenza e dall’infinita fiducia nella tecnologia, dall’altro si leva unanime il grido di allarme per la salvezza del mondo e degli essere viventi. Tutti infatti avvertiamo oggi il pericolo imminente per il nostro mondo. È questa un’esperienza concretissima in cui la volontà del singolo uomo non è sufficiente, in cui è prioritaria un’azione comune e comunitaria, che rompa gli egoismi, gli interessi personalistici e le politiche sconsiderate. Oggi, questa ricerca della salvezza del mondo riunisce tutti, credenti e non credenti, in un movimento esperienziale e solidale, che, se non si ferma alla mera prassi ecologica, può forse ridestare il senso trascendente della salvezza umana, che appare perlomeno smarrito.

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Una raccolta di saggi esplora le relazioni fra religioni nella Roma tardo-antica e ne trae interessanti spunti per la nostra modernità