Crisanti, in assenza vaccino e terapia servono i test

“In assenza di un vaccino e in assenza di terapia l’unico modo efficace per spegnere la trasmissione è quello di fare il test a tutte le persone coinvolte nell’interazione sociale della persona ammalata: bisogna fare tamponi a parenti, familiari e colleghi di lavoro”. Così il direttore medicina molecolare Università di Padova Andrea Crisanti a `Mezz’ora in più di Lucia Annunziata su Rai3. E il suo piano di 300-400 mila tamponi, dice ancora Crisanti “è ancora realistico. Se si fa l’investimento giusto nel giro di 2-3 mesi si può arrivare a questa capacità”. E spiega: “Se si fa questo, adesso che abbiamo imparato come il virus si trasmette quando la persona si infetta e quanto tempo passa tra l’infezione e la positività possiamo accorciare tutte le quarantene. Ora sappiamo che se una persona non si infetta e non diventa positiva in 3-4 giorni dal contatto, di fatto non si infetterà più”. Il contact tracing “ha capacità estremamente limitata ed è facilmente saturabile. Di fatto – riferisce Crisanti – in condizioni ideali su 10-15 mila casi ogni persona ha in media 10 contatti quindi teoricamente dovremmo mettere in quarantena 150mila persone al giorno. Dopo 14 giorni saremmo a 2,5 milioni di persone in quarantena. Una cosa ingestibile”. Poi le file: “A me piacerebbe non vedere tutte queste file di gente disperata che vuole fare un tampone perchè magari glielo chiedono perché deve andare a lavorare, o perché ha avuto un contatto o ha paura di essere stata contagiata. Se noi agiamo soltanto diminuendo la qualità della vita, cioè mascherine, riduzioni dei locali, riduzione del movimento poi si creano situazioni di manifestaizoni di gente che di fatto non vuole vivere in queste condizioni, e per farlo l’unico modo è bloccare i focolai dove nascono e dove si manifestano”. (ANSA).