Crema, se una piccola Chiesa parla accorata e si fa ascoltare

Tra le categorie sotto le quali classifico i testi che incontro nella WikiChiesa, ce n’è una che, al netto delle parole che le dedica papa Francesco, raduna ogni giorno una quota di post tra il 10% e il 15%, e che dunque, in un’immaginaria classifica, lotta con le categorie “violenza e religione” e “fede, Chiesa e questioni di biopolitica” per il podio (sul quale invece è pressoché garantito che salirà, quasi sempre più in alto di tutti, “il Papa quotidiano”). La potrei chiamare “fede, Chiesa e questioni sociali ed economiche”: vi raccolgo sguardi e notizie di cristiani (ed eventualmente di altri credenti) che si occupano di povertà vecchie e nuove, modelli di sviluppo economico, accoglienza dei migranti… in questi mesi anche quelli che le istituzioni ecclesiali hanno dato dall’Expo di Milano. Le Caritas, ad esempio, sono qui un soggetto stabilmente presente. Ma vi ho classificato anche un’anziana che ha lasciato in eredità una somma cospicua a una parrocchia, evidentemente a fini di carità (un tempo sarebbe stata una non-notizia, come il famoso cane che morde un uomo, ma oggi…).
Sempre qui, in questi giorni, si è guadagnato un certo spazio un frequentatore assai poco abituale delle cronache ecclesiali: il vescovo di Crema, monsignor Cantoni. La sua presa di parola (http://tinyurl.com/pqccngf) riguarda la rinuncia a ospitare «qualche decina di profughi che la Prefettura intende assegnarci» in locali adiacenti a una scuola dell’infanzia, a motivo del rifiuto delle famiglie dei bambini (mal consigliate e, forse, persino istigate). Spiega che è stata per lui «un vero atto di umiliazione», tanto è vero che non rinuncia affatto a ospitare altrove i profughi, né a esercitare le responsabilità, anche educative, che sente di avere per un’accoglienza che «fa parte della natura stessa della Chiesa». Una comunicazione esemplare: per quel che dice, per il modo accorato in cui lo dice e, non da ultimo, per il fatto che questo magistero proviene, come egli sottolinea, da una «piccola Chiesa».