Coronavirus, in Cina altri 150 morti e 409 nuovi casi. Paura in Giappone e Corea

In Cina non si accenna a placare l’emergenza coronavirus. L’ultimo bollettino giornaliero fornito dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) diffuso nella notte italiana, parla di altri 150 morti (erano stati 97 sabato) e 409 nuovi casi di infezione accertati. Il numero delle vittime raggiunge quota 2.592 e le persone contagiate, nel Paese, sono più di 77 mila e i dimessi dagli ospedali saliti a 24.734, con un aumento di 1.846 unità. La provincia dell’Hubei, l’epicentro dell’epidemia, ha avuto ieri 149 morti, 398 nuove infezioni e 1.439 guarigioni, facendo salire i numeri complessivi, rispettivamente, a 2.945, 64.287 e 16.738. Un solo morto di ieri, invece, è relativo alla provincia di Hainan.

Ma per la prima volta da quando è cominciata l’emergenza, le autorità della città-epicentro di Wuhan da questa mattina consentono alle persone sane di uscire solo per operazioni essenziali, Un primo segno di rinascita segnalato sul sito ufficiale della città.

E sono sei le province della Cina che hanno abbassato hanno il livello di emergenza contro l’epidemia del coronavirus, portandolo da 1, il più alto, a 2 o a 3: si tratta di Gansu, Liaoning, Guizhou, Yunnan, Shanxi e Guangdong. La mossa delle autorità locali segue l’invito rivolto ieri dal presidente Xi Jinping di un “ritorno ordinato” alle attività lavorative e produttive dopo la festività del Capodanno lunare, eccezionalmente prolungata per l’emergenza sanitaria.

Allarme anche in Corea del Sud, in assoluto la seconda nazione – dopo ovviamente la Cina – nella quale è più alto il numero di morti e contagiati. I casi di contagio da coronavirus salgono a quota 763, dopo i 161 nuovi accertati e annunciati dalle autorità sanitarie. Nel bollettino, riferisce l’agenzia Yonhap, c’è anche la settima vittima. E la Borsa di Seul crolla: l’indice Kospi cede lo 3,01%, scivolando a 2.097,74 punti.

E cresce la paura anche in Giappone dove il premier Shinzo Abe ha ordinato l’istituzione di un comitato di emergenza per prepararsi a gestire un potenziale aumento dei casi di coronavirus nel Paese. Abe ha detto che alcuni centri medici hanno cominciato a somministrare il vaccino anti-influenzale Avigan per determinare la sua efficacia nel trattamento del coronavirus. Ulteriori controlli saranno fatti sui passeggeri risultati negativi ai test sbarcati dalla nave Diamond Princess la scorsa settimana. Il numero dei casi di coronavirus in Giappone si è assestato a 146, dal nord dell’Hokkaido al sudovest del Kyushu, senza contare le infezioni avvenute sulla Diamond, a quota 691.

La compagnia australiana di bandiera Qantas si prepara a effettuare una serie di voli speciali per consentire il rientro in Australia di decine di migliaia di studenti cinesi iscritti in università australiane, non appena il governo di Canberra avrà tolto il bando agli ingressi dalla Cina. Il piano viene proposto dal gruppo delle dieci maggiori università australiane, che sottolineano come l’estensione del bando, fino almeno al 29 febbraio, riduca ulteriormente per 100 mila studenti la finestra di opportunità per cominciare in tempo gli studi del primo semestre in Australia. Intanto circa 150 australiani ancora bloccati a Wuhan in Cina si sono appellati al primo ministro Scott Morrison perché disponga nuovi voli di rimpatrio, dichiarando che i loro farmaci si vanno esaurendo, la salute mentale peggiora e aumenta il rischio di perdere i propri posti di lavoro.