Convegno di Firenze: la conversione ecologica del” vivere lieve”

Vivere in armonia con la natura, rivedendo gli attuali modelli di sviluppo, che pongano al centro la persona e non il profitto. Vuole essere questo l’argomento di riflessione e confronto del convegno, in corso a Firenze, intitolato al “Vivere lento”. Come sottolineava l’ambientalista Alex Langer, morto suicida nel 1995, cui ci riconduce  questa espressione, una società, per crescere non deve fare a meno di valori come la lentezza, la gentilezza e la mitezza. “Oggi – spiega Alfonso Cauteruccio presidente di Greenaccord, che insieme alla Regione Toscana organizza l’evento – tutti corrono e vogliono realizzare progetti in fretta. Invece, non ci rendiamo conto che la vita deve essere vissuta in ogni suo aspetto: un approccio frettoloso non ci consente questo, ma ci preclude il rapporto con gli altri e soprattutto con la natura. Infatti il Creato ci ascolta, ci parla e ci chiede di rispettare i suoi tempi, che non sono quelli dell’uomo. Quando questo non succede allora si provocano veri disastri”.

Riparare le crepe che sono in noi

La “conversione ecologica”, di cui è intessuto il pensiero di Alex Langer, includeva proprio il rallentamento dei ritmi di produzione, per tornare ad una ecologia integrale centrata soprattutto sulla dignità umana e non su un’economia arida. Il richiamo alla Laudato si’ di Francesco è evidente. “Il Pontefice nella sua Enciclica – evidenzia Alfonso Cauteruccio – ci ricorda che, per evitare disastri naturali, prima di tutto occorre riparare le crepe che abbiamo in noi. Dobbiamo capire che tutto parte dal nostro senso di responsabilità: la tecnologia ci può aiutare fino ad un certo pronto, ma, se non subentra la condivisione di diverse scelte, non si va da nessuna parte…”

La “semina verde” di Langer

Ma non sempre è facile optare per una strada più ecologica, perché alcune scelte spesso vengono avvertite più come delle rinunce che come uno stile di vita ds sbbrsccisre consapevolmente da parte di tutti. Fondamentale diventa quindi l’educazione ad una economia sostenibile.  “Alex era un insegnante e spesso girava le scuole per parlare con i ragazzi – ricorda Pinuccia Montanari del Centro di diritto ambientale dell’EcoIstitutoReGe – e per lui era fondamentale educarli al rispetto del prossimo, che voleva dire anche amore verso il Creato. Anche la sua idea di politica, alla fine partiva proprio dal concetto più puro: quello di essere al servizio del prossimo e vivere in maniera coerente alle proprie idee”.

Cercare silenzio e pace a contatto con la natura

L’incontro di Firenze vuole anche dare spazio alle testimonianze di chi tenta di far propria la maniera di vivere più lenta e più lieve secondo i ritmi del Creato. Un esempio è padre Ugo Fossa, monaco a Camaldoli, che racconta di una vita fatta di ore scandite dal silenzio e dalla preghiera, ma anche di passeggiate in mezzo ai boschi in ascolto della natura. “Se i monaci del vicino Oriente – spiega – per salvaguardare il silenzio e la solitudine hanno scelto il deserto, i monaci dell’Occidente, hanno trovato nella montagna il loro habitat naturale, così che la foresta ha finito per costituire la prima clausura del monaco camaldolese e gli alberi della foresta il loro punto di riferimento. Tra gli alberi si è privilegiato per l’alimentazione il castagno, per il valore simbolico l’abete. Chi ci viene a trovare rimane colpito dalla corona di abeti che circonda il sacro recinto, e dal portone d’ingresso, la “Porta speciosa” dell’artista Claudio Parmiggiani, dove con caratteri d’oro sono descritte le virtù dei sette alberi del profeta Isaia, posti in parallelo alle sette virtù del monaco che vive sul monte a contatto con la natura e con il suo Autore”.

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