Condizioni drammatiche in molte parti del mondo. Fame e lavoro minorile

di Pierluigi Natalia

Denutrizione e lavoro minorile sono due tra le drammatiche condizioni dell’infanzia delle quali sono giunte nuove conferme nelle ultime settimane da tante parti del mondo. Sotto entrambi gli aspetti le situazioni più gravi si registrano in Africa, persino in Paesi che non vivono le tragedie spaventose di altri nel continente. Sullo sfruttamento del lavoro minorile, spesso in condizioni terribili, è stato diffuso a fine agosto, per fare solo un esempio, un rapporto dell’organizzazione internazionale Human Rights Watch (Hrw) sulla Tanzania. Hrw denuncia che migliaia di bambini, anche di appena otto anni di età, lavorano nelle miniere d’oro, sia autorizzate sia illegali, in assenza di misure di sicurezza e con grave rischio per la salute.
Il rapporto, frutto delle ispezioni in diversi impianti estrattivi, sottolinea che l’impiego dei minori nel settore “costituisce una delle forme peggiori di sfruttamento ai sensi delle leggi internazionali sul lavoro sottoscritte anche dalla Tanzania”. In particolare, Hrw denuncia il pericolo di avvelenamento per l’uso nelle miniere di quantità consistenti di mercurio, utilizzato per creare un’amalgama che viene poi bruciata, consentendo di separare la polvere d’oro dalla terra e dal materiale roccioso. Il mercurio colpisce il sistema nervoso centrale e in un organismo che si sta sviluppando, può causare disabilità permanenti e condurre alla morte.
Anche l’America latina è ancora segnata da situazioni di estremo disagio, nonostante che da tempo molti Paesi siano impegnati in riforme sociali. Sempre a fine agosto, è stato pubblicato dalla Universidad Católica Argentina il terzo “Barometro del debito sociale dell’infanzia”. Dallo studio emergono violazioni dei diritti fondamentali per il 59,1 per cento dei bambini che vivono nelle aree urbane del Paese. Nel periodo tra il 2010 e il 2012, il 24,2 per cento dei minori non ha avuto accesso ad almeno uno dei servizi di base: alimentazione, assistenza sanitaria, abitazione, istruzione, mentre “carenze moderate” in almeno uno di tali servizi sono state subite dal 34,9 per cento. Di insicurezza alimentare sono vittime un decimo dei bambini argentini fino a cinque anni, mentre le privazioni di adeguata assistenza sanitaria si accumulano principalmente tra l’età scolare e l’adolescenza.

(©L’Osservatore Romano 5 settembre 2013)