Commento al Vangelo di Mercoledì 18 Marzo Mt 5, 17-19

Commento di Francesco Basini (Gruppo Giovani UP)

Matteo 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno senza che tutto sia compiuto.

Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.

Il Vangelo di oggi si colloca all’interno del discorso della montagna, un sermone rivolto da Gesù ai suoi discepoli e a una grande folla. Proprio per il fatto di stare parlando a una platea composta in maggioranza da gente semplice il Signore riporta precetti che permettano di governare la vita di tutti i giorni, a questi unisce riflessioni più profonde.
Nel brano della Legge si ritrova la volontà di istruire la sua gente a ciò che è gradito a Dio, ma Egli aggiunge anche una anticipazione su quella che sarà la sua vera missione.

Gesù pone la sua predicazione in continuità con l’opera dei profeti. Egli non è venuto per eliminare la legge di Mosè e dei profeti, accusa che gli viene mossa di sovente dai suoi oppositori, ma si pone come compimento della antica alleanza.
Gesù rimarca l’importanza dell’Antico Testamento, esso è indispensabile per capire il rapporto dell’uomo con Dio prima della venuta di Colui che sigillerà l’alleanza con il sacrificio del suo Figlio.
Gesù spiega che la sua figura non è quella di un legislatore; il popolo ebraico ha già a disposizione la Legge e per avvicinarsi a Dio è sufficiente seguire quella senza cambiarla.