Cominciata la preparazione all’incontro europeo dei giovani in programma a fine anno

Passa per Roma la lunga strada di Taizé

Taizé, 4. Il “pellegrinaggio di fiducia” organizzato a Roma dal 28 dicembre 2012 al 2 gennaio 2013 dalla comunità ecumenica internazionale di Taizé in realtà è già cominciato. Nelle Chiese locali i responsabili della pastorale dei giovani, le parrocchie, le cappellanie universitarie, i vari gruppi e movimenti hanno intrapreso da giorni la loro preparazione, spirituale e pratica, all’evento. Ciò è particolarmente vero per la capitale italiana, dove l’impresa accomunerà tutta la città. In ogni quartiere saranno formate delle “squadre” incaricate di cercare le famiglie disposte a donare accoglienza e alloggio, di preparare il programma del mattino, la veglia di preghiera per la pace, la “festa dei popoli” allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo dell’anno. Tutti sono chiamati a dare una mano, nel senso di braccia e idee, affinché la grande intuizione di fratel Roger abbia l’ennesimo, entusiasta riscontro. Si torna a Roma, dove il pellegrinaggio ha già fatto tappa tre volte (nel 1980, 1982 e 1987), per un incontro che avrà, tra i suoi momenti culminanti, la preghiera nella basilica di San Pietro assieme a Benedetto XVI, alle ore 18 di sabato 29 dicembre.
“Vorremmo che l’incontro di Roma – scrive fratel Alois, priore di Taizé – costituisca un avvenimento di speranza: che la fede in Dio possa far nascere nei giovani di tutta Europa una fiducia nel futuro. Il futuro loro, che presenta così spesso delle difficoltà. Il futuro della Chiesa, perché oggi sono in corso molti cambiamenti. E il futuro delle nostre società: come costruire un’Europa in cui ogni Paese e ogni regione trovi il suo posto?”. La sfida è proprio questa e i giovani di Taizé l’hanno raccolta con entusiasmo.
Quando, il giorno di Pasqua del 1970, davanti a duemilacinquecento persone di trentacinque nazionalità riunite nella chiesa della Riconciliazione, fratel Roger prese la parola per annunciare che presto si sarebbe tenuto a Taizé un “concilio” dei giovani, nessuno avrebbe mai immaginato la portata di quella notizia. C’era da “mettere in moto” la vocazione ecumenica, finita nell’impasse, in un tunnel nel quale bisognava aprire il varco. E a dare l’ok a fratel Roger era stato Paolo VI in persona, nell’udienza privata del 17 dicembre 1969. In realtà ci vollero quattro anni per organizzare quel “concilio” ma la strada, per Taizé e da Taizé al mondo, era ormai spianata

(©L’Osservatore Romano 5 ottobre 2012)