Come servire la Chiesa e non servirsi di essa

Nella pagina monografica dedicata al cardinale Giovanni Benelli, l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve ricorda, a trent’anni esatti dalla morte (26 ottobre 1982) la vicenda umana e spirituale del sacerdote toscano. Arcivescovo amatissimo di Firenze, per Benelli sarà celebrata una messa di suffragio domenica 28 ottobre, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Accanto alla testimonianza di monsignor Gualtiero Bassetti pubblichiamo anche un articolo di Eliana Versace sulla corrispondenza inedita tra Benelli e Montini e la prefazione scritta dal cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori per il libro Giovanni Benelli. Un pastore coraggioso e innovatore (Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2012, pagine 144, euro 12) di Antonio Lovascio. “Oltre la memoria – scrive Betori – c’è anche la certezza che ripercorrere l’avventura umana ed ecclesiale di questa grande figura della Chiesa italiana e universale del secolo scorso abbia qualcosa da dire anche per gli orientamenti da assumere, come persone e come comunità, nei nostri tempi”. Nel decennio trascorso come sostituto alla Segreteria di Stato, tra il 1967 e il 1977, il ruolo di Benelli, accanto al Pontefice, assunse un notevole rilievo pubblico, specialmente sul piano nazionale. Il segretario di Stato Jean Villot — che aveva conosciuto il sacerdote toscano negli anni Cinquanta, in Francia — conversando con l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Gian Franco Pompei, riconosceva quanto Benelli fosse prezioso, non solo per il suo efficientissimo e leale operato, ma appunto «perché poteva dire molte cose anche dure al Papa senza perderne la fiducia, perché da giovane era stato suo collaboratore». A Firenze, percorrendo il solco montiniano, il suo episcopato si caratterizzò per il rilancio della catechesi attraverso il sostegno alla stampa cattolica, riprendendo il convincimento di Papa Montini: «Noi tutti vescovi parliamo continuamente di evangelizzazione, ma senza un giornale che incida nella formazione della mentalità della gente, non possiamo che attenderci un peggioramento della situazione».

(©L’Osservatore Romano 26 ottobre 2012)