Cinema: mons. Viganò (SpC), per la Chiesa è “dono di Dio” e “grande responsabilità

Un rapporto “certamente complesso”, quello tra la Chiesa e il cinema, anche se i pontefici hanno guardato fin dall’inizio a questo mezzo di comunicazione come a “uno strumento capace di allargare gli orizzonti d’azione della Chiesa”. Mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, interviene questo pomeriggio a Milano all’inaugurazione della mostra fotografica “Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario”, realizzata da Fondazione Ente dello Spettacolo, e ripercorre l’evoluzione del dialogo papi-cinema. Sullo sfondo, la definizione di “comunicazione” data da Papa Francesco nel Messaggio per la 50ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, quale “dono di Dio”, “grande responsabilità” e generatrice di “prossimità”. L’atto solenne del legame papi-cinema, spiega Viganò, è “la benedizione di Leone XIII verso la macchina da presa di Dickson”, visibile nella mostra. Dunque un atteggiamento, quello della Chiesa, “positivo e di audace incoraggiamento verso il nuovo strumento, a cui è seguito, in parallelo, un severo monito contro un suo uso improprio. Cinema quindi come dono, ma anche come responsabilità”. Passi avanti con Pio XI e Pio II; Giovanni XXIII istituisce nel 1959 la Filmoteca Vaticana. Grande la vicinanza di Paolo VI al cinema, ma è soprattutto con Giovanni Paolo II che “il cammino di valorizzazione e stima nei confronti del cinema da parte della Chiesa compie notevoli passi in avanti”. Del resto “era anche ai rappresentanti del cinema che Benedetto XVI si rivolgeva nel novembre 2009, quando indicò negli artisti i ‘custodi della bellezza’”.

sir