Chiesa di Dio Popolo in festa a Reggio Emilia per la Beata Giovanna Scopelli, vergine carmelitana, nel 525° della nascita al Cielo

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Mons. Caprioli e don Daniele Casini (fonte foto: laliberta.info)

La Cattedrale ha celebrato con particolare solennità Sabato 9 luglio 2016 la festa della beata Giovanna Scopelli, “la più reggiana dei nostri santi, la più santa dei reggiani”, il cui corpo è conservato – dagli inizi del sec. XIX – in un’urna d’argento collocata ai piedi dell’altare della Cappella Rangone.

La Santa Messa del mattino alle ore 10,30 è stata presieduta dal vescovo emerito Adriano Caprioli, che nell’omelia ha focalizzato i temi della contemplazione e dell’azione prendendo spunto dal brano del Vangelo di Luca che racconta l’incontro di Gesù con Marta e Maria.

“Nata a Reggio Emilia nel 1428, Giovanna Scopelli visse prima da «mantellata» carmelitana nella sua casa. Alla morte dei genitori, si unì ad altre donne costituendo una comunità nel 1480. Nella sua città natale, nel 1485 ottenne la casa e la chiesa degli Umiliati che trasformò in monastero, chiamato dal popolo «Le Bianche» e affidato alla Congregazione mantovana. Ne divenne la priora e la comunità arrivò a contare su venti sorelle. Si distinse per la sua grande devozione alla Madonna, ma anche per essere animata da intenso spirito di penitenza e le si attribuiscono fatti straordinari. Giovanna morì il 9 luglio del 1491. È stata beatificata da papa Clemente XIV nel 1771.

Martirologio Romano: A Reggio Emilia, beata Giovanna Scopelli, vergine dell’Ordine delle carmelitane, che con le offerte dei suoi concittadini fondò un monastero e con la preghiera riuscì a procurare il pane nel refettorio per le consorelle.

Giovanna Scopelli nacque a Reggio Emilia nel 1439 (o 1428). La vocazione religiosa si manifestò presto nel suo cuore e i genitori le permisero di farsi mantellata carmelitana, vivendo in casa dove si dedicò a due sorelle e al fratello. Rimasta orfana, venne accolta da una donna di umili condizioni, ma ricca di pietà. Giovanna si mise quindi alla ricerca di un luogo da adattare a monastero. Una vedova le offrì collaborazione insieme alle due figlie e ad altre due giovani. Vissero in quella casa dal 1480 al 1484. Giovanna ottenne quindi, l’anno seguente, con il sostegno del Vescovo Filippo Zoboli, la chiesa di san Bernardo tenuta dai Frati Umiliati. La chiese al loro Generale, di passaggio per Reggio. Il nuovo monastero, intitolato a S. Maria del Popolo (poi detto “delle Bianche”), si prefisse lo scopo di pregare per la Chiesa universale. Le difficoltà finanziarie degli inizi vennero risolte con l’aiuto di un certo Cristoforo Zoboli.

La Beata, eletta priora dalle ventidue giovani monache che a lei si erano unite, ottenne l’aggregazione e la guida spirituale dei Carmelitani di Mantova. In Italia non c’era tradizione di monasteri femminili carmelitani, ma Giovanna seppe adattare il carisma del Carmelo alla nuova comunità. Simili esperienze si verificarono anche in Francia, Belgio e Spagna.
Madre Giovanna venerò la Vergine con una particolare devozione, detta “la camicia della Madonna”, che consisteva nella recita di 15.000 Ave Maria intercalate ogni 100 Ave con la Salve Regina. Alla fine veniva recitato sette volte l’Ave Maris Stella, oppure O gloriosa Domina. Le Carmelitane di Reggio recitarono la “camicia” fino al 1773. Possediamo di Giovanna pochi scritti, indicativi però della sua devozione profonda per l’Infanzia di Gesù. Ricevette grazie mistiche straordinarie, ma dovette soffrire un lungo periodo di purificazione interiore.
Morì il 9 luglio 1491, circondata da vasta fama di santità. Secondo una antica tradizione, il corpo sepolto nell’orto del monastero, riesumato l’anno successivo, fu trovato incorrotto. Nel 1500 si raccolsero le testimonianze sulla vita, le virtù e i miracoli; negli anni 1767-1770 si tenne il processo diocesano per il riconoscimento del culto che fu approvato da Clemente XIV il 24 agosto 1771. Nel 1773 il suo nome fu inserito nel “Canone dei Beati”. La sua festa veniva celebrata solennemente con la benedizione degli infermi. Soppresso il monastero nel 1797, il corpo della Beata fu trasferito nel 1803 in cattedrale, nella Cappella Rangoni. Come ricordò Giovanni Paolo II nel 2002, la Scopelli fu “una delle esponenti di spicco in Italia” della prima esperienza monastica carmelitana, una delle principali figure del Secondo Ordine. Un ritratto settecentesco della Beata Scopelli fu eseguito da Paolo de Majo per la chiesa napoletana del Carmine Maggiore” (tratto da santiebeati.it)

Recentemente è stata eseguita una nuova ricognizione canonica delle reliquie. Nel giorno della conclusione, il 12 settembre 2008, il vescovo Adriano Caprioli ha fatto porre sul petto della Beata una stella d’oro affinché la beata Giovanna continui nel firmamento della Chiesa reggiana a guidare la Comunità tutta.

La domenica 1° febbraio 2009 nella giornata diocesana  della vita consacrata, l’urna cone le spoglie mortali della Beata è stata ricollocata in cattedrale, in attesa della Risurrezione.

Il Parroco della Cattedrale di  Reggio Emilia don Daniele Casini al termini della Celebrazione ha ringraziato Mons. Caprioli e ha auspicato una grande festa per il prossimo anno 2017 quando l’evento cadrà di Domenica.

a cura di Giuseppe Serrone