Cei imbocca la linea di massima trasparenza

POPE: GENERAL AUDIENCE

CdV – Le diocesi italiane debbono operare urgentemente al fine di “confermare e rafforzare ulteriormente la chiarezza e la trasparenza nell’amministrazione dei beni della Chiesa”. Lo ha deciso il Consiglio Episcopale Permanente. Il segretario della Cei, ringraziando i media per l’attenzione che costantemente viene data a questo aspetto. In merito ai richiami della Corte dei Conti, Galantino ha detto pero’ che sono state inviate controdeduzioni e che i bilanci dell’8 per mille sono pubblicati e quindi e’ gia’ tutto verificabile. Cio’ non toglie che si debbe fare “ancora piu’ chiarezza”, ha sottolineato.

Conversando con i giornalisti, monsignor Galantino ha osservato che “non e’ da quest’anno” che le diocesi sono richieste di fornirci le specifiche dei bilanci. “Avveniva gia’, ma l’intervento del Consiglio Permanente serve – ha spiegato – per rendere chiaro che questo debba essere fatto”. In Cei, ha poi aggiunto, “l’organismo per i controlli esiste e fa capo all’economo e ai sottosegretari Cei e coinvolge anche l’ufficio giuridico” perche’ “si tratta di applicare la legge 222/85 che e’ chiarissima”. “Ma attenzione – ha continuato – il fatto che siano previsite le retribuzioni per i sacerdoti non e’ una sorta di abuso”. “La legge e’ nata per questo”, ha tenuto a ricordari il numero due della Cei sottolineando che si tratta di stipendi modesti: un giovane prete riceve 800 euro e ci mette anni per arrivare a 900-1000, anzi ci metteva: “sono 6 anni che non viene riconosciuto nessun aumento”. Con i giornalisti, Galantino ha parlato anche del cammino per la riduzione del numero delle diocesi, che sono ancora troppe: 226 mentre l’idea di Paolo VI era che coincidessero con le 100 province italiane. “Ci ha sollecitato Papa Francesco nel primo incontro con i vescovi italiani, il 23 maggio 2013”, ha ricordato il segretario dell’Episcopato, chiarendo pero’ che “la Cei agisce in aiuto della Santa Sede, cui spettano le decisioni, anche se dopo aver indicato i criteri ci e’ stato chiesto di provare a verificare quali siano le diocesi da cancellare o accorpare”.

Un cammino che continua a procedere pur tra le urgenze che hanno impegnato vescovi e Cei nell’ultimo periodo, come quella degli immigrati da accogliere. Un cammino in relata’ non facile: “il Papa stesso – ha rivelato Galantino – e’ intervenuto per salvare una diocesi della Campania meridionale, da dove sono gia’ andati via alcuni presidi pubblici come l’ospedale e il tribunale. E altre situazioni sono analoghe”, ha spiegato citando altri due esempi: Trivento in Molise e Acerenza in Basilicata, che dovrebbero essere comunque mantenute. Che la Chiesa italiana sia una realta’ con grandi potenzialita’ sul territorio lo ha dimostrato, secondo il segretario Cei, anche l’avvio del Giubileo con l’apertura delle Porte Sante in tutte le diocesi: “e’ stato – ha detto – piu’ che un successo.

Molti vescovi hanno detto che c’era piu’ gente che alla festa patronale. Il messaggio di Papa Francesco per un Giubileo decentrato e’ veramente passato”. Ma il Parlamentino Cei, che questa settimana si e’ riunito a Genova in vista del Congresso Eucaristico del prossimo settembre, non si e’ limitato ai temi interni alla Chiesa. A partire dalla prospettiva indicata dal cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione, infatti, i vescovi “si sono lasciati interrogare dalle situazioni di instabilita’ del Medio Oriente e, piu’ ancora, del Nord Africa, facendosi solidali con quanti chiedono protezione internazionale”.

Inoltre, essi hanno condiviso la preoccupazione per gli esiti di gestione dei flussi migratori, “che segnalano una vera e propria selezione e, quindi, un’esclusione, di nazionalita’”. Hanno sottolineato anche l’urgente bisogno di procedure celeri ed efficaci nell’identificazione e nel ricollocamento in Europa, come anche nella messa a punto di un serio programma di inserimento abitativo e lavorativo”.

In particolare, e’ emersa “la condizione dei minori non accompagnati, per i quali ancora si stenta ad avviare percorsi di affidamento in strutture familiari, e quella di quanti si sono visti negare il permesso di soggiorno umanitario: sono persone senza prospettive, che rischiano di cadere in situazione di irregolarita’, andando a esporsi a condizioni di insicurezza, irreperibilita’ e sfruttamento”. Particolare spazio e’ stato riservato alla questione ambientale che sta tanto a cuore a Papa Francesco, con l’auspicio che la tematica delle trivelle “sia dibattuta nelle comunita’ per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell’enciclica Laudato si'”. (AGI)