C’è sempre una propria conversione personale da vivere, prima di quella da predicare

 

Battista

San Giovanni Battista nel deserto, Domenico Veneziano, 1445-47
Washington, National Gallery of Art

«La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Lc 3,6)

 

Mentre san Giovanni Battista è spesso raffigurato con «un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi» (Mt 3,4), quest’opera lo mostra nudo, nel momento in cui si è spogliato dell’abito vecchio per indossarne uno povero. Così, anziché pensare che Giovanni fosse un tipo “strano”, vediamo in diretta la sua scelta di campo. Una vera e propria conversione personale, prima di andarla a predicare. Lo imiterà, molti secoli dopo, san Francesco: non a caso san Giovanni viene accostato al santo di Assisi nella pala della chiesa fiorentina di S. Lucia de’ Magnoli (pala che ora è agli Uffizi), della cui predella fa parte questo dipinto.

Per rappresentare la missione del Battista l’iconografia offre altre figure significative, che hanno dato origine a delle tipologie. Per ora ne citiamo tre: nella prima di queste, san Giovanni indica il Cristo (o la croce o il cielo), a dire che suo (e nostro) compito è di non far mai perdere di vista Gesù. Esempi di questa tipologia sono la scultura nel protiro della Cattedrale di Ferrara e il quadro di Leonardo da Vinci che è al Louvre.

Una seconda modalità lo riproduce accanto a un albero, che ha alla base un’ascia, a ricordare ciò che disse Giovanni a farisei e sadducei sull’urgenza della conversione: «Fate un frutto degno della conversione… Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco» (Mt 3,8-10). Si vedano gli affreschi nella cupola del Battistero di Parma e nella Basilica di Sant’Angelo in Formis, vicino Capua.

In una terza immagine, frequente nell’arte orientale, il precursore è ritratto con un paio di ali, quale “angelo del deserto”. Discendente – per parte di madre – di Aronne, che fu portavoce di Mosè, Giovanni è la voce che annuncia Gesù, il soldato messaggero del re, l’angelo che gli spiana la strada. E la sua vita, fatta di castità, di povertà e di preghiera, può dirsi angelica, come viene anche definita la vita dei monaci, di cui Giovanni è il patrono.

 

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