Catechisti, dal convegno online forti risonanze in chiave digitale

I direttori diocesani avevano a disposizione un collegamento in videocall riservato. Ma anche tutti i catechisti e collaboratori diocesani potevano seguire i lavori in diretta streaming, tramite i canali social Facebook ( bit.ly/368pBAD ) e YouTube ( bit.ly/3cACCUx ) della Cei e anche tramite “Avvenire” ( bit.ly/3kI0NDA ). E mi pare che lo abbiano fatto, visto che alla fine le visualizzazioni, sommando i due canali, sono state oltre 40mila. Sto parlando del primo Convegno online per i direttori degli uffici catechistici diocesani e per i catechisti, svoltosi venerdì 25 settembre dalle 18 fino a oltre le 20. Per l’infosfera ecclesiale era appetibile, in particolare, l’intervento di Pier Cesare Rivoltella (si trova a un’ora dall’inizio del video), e non solo per quanto essa, più o meno consapevolmente, contribuisce al lavoro catechistico. Rivoltella ha scelto di far risuonare, nella chiave di una comunicazione (digitale) che possa ricostruire e mantenere le relazioni, quattro «immagini potenti» usate da papa Francesco durante il periodo più acuto della pandemia in Italia. Da «una nuova immaginazione del possibile» ha tratto il compito di «una comunicazione poetica e generativa», ovvero che «sfugge alle regole» e alle omologazioni. Dal «non dimenticare chi è rimasto indietro» ha fatto discendere la responsabilità di ridurre un divario digitale che è soprattutto alfabetico, di linguaggio, e in ultima istanza culturale, di capacità di lettura. Rivoltella ha proseguito suggerendo di vivere «la profezia della contemplazione», nel senso di contrastare una comunicazione sempre più veloce, darsi il tempo di letture profonde, ritagliarsi «lo spazio dell’ascolto e della risonanza». E infine ha tradotto l’idea di «una conversione ecologica» nell’ambiente digitale, nel non saturare di messaggi la vita individuale e sociale, non riempire tutto di rumore, non inquinare producendo in eccesso parole e immagini. Vincere l’orrore del vuoto e del silenzio e cedere alla «tentazione di pensare».

Avvenire