Catechesi quotidiana 27 Gennaio 2013

Il dramma di Ponzio Pilato
«Sono anche minacce politiche quelle che i sommi sacerdoti esercitano su Pilato perché egli condanni a morte Gesù» (Catechismo, 596).
Prefetto della Giudea tra il 26 e il 36 d.C. sotto l’imperatore Tiberio, Ponzio Pilato svolge un ruolo determinante durante il processo politico e la condanna a morte di Gesù. Per attestazione molteplice, il governatore è rapportato a Gesù nei Vangeli, negli Atti degli apostoli 3,13-14; 27,13-28; in 1Timoteo 6,13, da Flavio Giuseppe nel Testimonium Flavianum delle Antichità Giudaiche 18,63-64 e da Tacito negli Annali 15,44. Anche se con alcune glosse, così scrive il Testimonium: «Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei Greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato». Ogni evangelista ritrae un aspetto diverso della sua personalità e circa la sua responsabilità per la crocifissione di Gesù: un diplomatico, un debole o, al contrario, uno che ha cercato di scagionarlo, ma alla fine è stato costretto a cedere di fronte alle pressioni delle autorità religiose. L’evangelista che più approfondisce il rapporto tra Gesù e Pilato è Giovanni. Due sono le domande capitali poste da Pilato durante il processo: «Che cos’è la verità» (Giovanni 18,38) e «Da dove vieni?» (Giovanni 19,9). Ai due interrogativi Gesù non risponde, poiché Pilato avrebbe dovuto chiedergli non “che cos’è”, bensì “chi è la verità”: la verità gli è davanti in carne e ossa! E contro tutte le evidenze Gesù non viene soltanto da Nazareth, bensì dall’Alto: il suo regno non è di questo mondo. In Il maestro e Margherita, Bulgakov rappresenta in modo geniale il dramma di Pilato; lo ritrae in preda a un’insonnia bimillenaria: «Vuole andare lungo quel sentiero e chiacchierare con l’arrestato Ha-Nozri poiché, racconta, non gli disse tutto allora, tanto tempo fa, il quattordici del mese primaverile di Nisan».

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