Catechesi quotidiana: l’immersione nel tempo dell’uomo

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«Il battesimo di Gesù è, da parte di lui, l’accettazione e l’inaugurazione della sua missione di Servo sofferente» (Catechismo, 536).
Anche gli storici più scettici riconoscono che Gesù si fece battezzare da Giovanni presso il Giordano. All’episodio si può applicare sia il criterio dell’attestazione molteplice, poiché è riportato da gran parte delle fonti del Nuovo Testamento e non soltanto dai vangeli, sia il criterio dell’imbarazzo. Come mai il Figlio di Dio, l’amato, su cui Dio ha posto il suo compiacimento, si fa battezzare con i peccatori da Giovanni? Il verbo baptízein significa soprattutto «immergere», «annegare». Con il battesimo, Gesù s’immerge nell’acqua che scorre col tempo per condividere in pieno la vita degli uomini, sino a farsene carico. Per questo il suo battesimo è evento trinitario: del Padre che ama il Figlio, dello Spirito che scende su di lui e del Figlio che s’immerge nella nostra umanità per redimerla.
A proposito dello Spirito: non s’incarna in una colomba, ma si rende presente come colomba. Il simbolo è stato interpretato in diversi modi: dalla colomba del diluvio (Genesi 8,8-12), allo Spirito che aleggia sulle acque all’inizio della creazione (Genesi 1,2), all’amata del Cantico dei Cantici (5,2) paragonata a una colomba. Forse l’interpretazione più pertinente proviene dalle Odi di Salomone 28,1: «Come le ali delle colombe sui loro piccoli… così le ali dello Spirito sul mio cuore». Comunque già Ambrogio di Milano precisa nel De Sacramentis (1,17) che lo Spirito discende «su Gesù non come una colomba vera e propria». Al centro del Battesimo c’è la voce che rompe i cieli e rivela la missione di Gesù, paragonata a quella del Servo nel primo canto d’Isaia: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui» (Isaia 42,1). Ma Gesù non è soltanto il servo sofferente; è il Figlio che attraverso il Battesimo redime l’umanità, facendosi carico dei peccati di tutti. Ad Abramo che non ha risparmiato il figlio che ama (Genesi 22,16), risponde Dio che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi (Romani 8,32).

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