Catechesi quotidiana: la preghiera del Padre Nostro

«Egli ha differenziato la sua filiazione da quella dei suoi discepoli non dicendo mai “Padre nostro” tranne che per comandar loro: “Voi dunque pregate così: Padre nostro” (Mt 6,9); e ha sottolineato tale distinzione: “Padre mio e Padre vostro” (Gv 20,17)» (Catechismo, 443).
Il Padre nostro è la preghiera cristiana più completa: parte dalla santificazione del nome di Dio e giunge alla richiesta di essere liberati dal male o dal maligno. Nella prima parte lo sguardo dell’orante è rivolto all’azione di Dio: Egli stesso santifichi il Suo nome, realizzi il Suo regno e compia la Sua volontà. Nella seconda parte l’attenzione si concentra sulle prime necessità del discepolo: il pane quotidiano, la remissione dei debiti e l’esclusione della tentazione.
Nello sfondo del Padre nostro c’è il Qaddish o la preghiera della santificazione di Dio, utilizzata nelle assemblee sinagogali per le feste giudaiche più importanti: «Sia magnificato e santificato il suo grande nome, nel mondo che egli ha creato secondo la sua volontà; venga il suo regno durante la nostra vita e ai nostri giorni e durante la vita di tutta la casa d’Israele, fra breve e nel tempo prossimo». Altrettanto importante è il retroterra di alcune delle Diciotto Benedizioni utilizzate nelle sinagoghe palestinesi e della diaspora in epoca imperiale. Così recita la quarta Benedizione: «Perdonaci, Padre nostro, perché abbiamo peccato, assolvici, o nostro Re, perché sei un Dio buono e che perdona».
Alle preghiere giudaiche menzionate il Padre nostro apporta di proprio l’identità dei due interlocutori principali. Poiché è invocato come Padre, a Dio spetta il compito di soccorrere i figli in qualsiasi loro necessità. Per questo non è Lui a indurre in tentazione, bensì a non far entrare nella tentazione intentata da satana. E quando si attraversa la tentazione dell’incostanza nella fede – che è la più ardua – al Padre è chiesto di liberare i figli dal maligno. Dall’altra parte chi si rivolge al Padre non è semplicemente il credente, né il cristiano in generale, bensì il discepolo che consegna la propria esistenza nelle mani di Dio. La preghiera della fede è il Padre nostro, ma di una fede capace di trasformarsi in sequela, altrimenti rischia di essere rivolta al nulla ed è destinata a restare nulla (E. Hemingway).