Cambiamento d’epoca dall’uomo alla geologia

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Il cambio d’epoca è anche geologico. Secondo alcuni studiosi della materia il periodo che stiamo attraversando è una nuova era geologica chiamata antropocene. Con questo termine si indica il fatto che in questa stagione geologica ciò che produce le mutazioni del nostro pianeta non sono i terremoti, l’impatto degli asteroidi, le glaciazioni o qualche eruzione, bensì l’uomo.

Se tra 10.000 anni l’umanità esisterà ancora, i futuri geologi potrebbero vedere negli strati della roccia un cambio di era grazie al ritrovamento di reperti differenti da quelli presenti in tutti gli strati sottostanti. L’uomo dell’antropocene ha prodotto e lasciato nell’ambiente sostanze prima sconosciute che non hanno un’origine naturale: prodotti chimici, materiali plastici e isotopi radioattivi.

Quando è iniziata tale stagione? Secondo molti studiosi, alle 5.29 del 16 luglio 1945 iniziò una nuova epoca per il pianeta, forgiata dalla comparsa di un elemento chimico che prima era sconosciuto, un elemento sintetico.

Ad Alamogordo, nello stato del Nuovo Messico, negli Stati Uniti, nel bel mezzo del deserto di Jornada del Muerto, venne fatta detonare la prima bomba al plutonio. Il suo nome in codice era The Gadget.

Fu il primo test nucleare della storia. Da quella detonazione a oggi sono stati fatti esplodere, per quanto ne sappiamo dalle fonti ufficiali, 2.421 ordigni nucleari. Questi hanno prodotto isotopi assenti in natura. Gli isotopi sono atomi che hanno numero atomico uguale ad altri atomi, occupano cioè lo stesso posto nel sistema periodico degli elementi, ma hanno massa atomica diversa.

Tali isotopi, persistenti e destinati a diventare parte delle stratigrafie future del pianeta, racconteranno ai nostri discendenti una storia di cieli pieni di anidride carbonica proveniente dalla combustione di carbone e petrolio. Saranno invece acciaio, calcestruzzo e plastica a poter caratterizzare il nostro personale strato geologico: noi siamo i primi uomini a produrre una geologia sintetica.

A partire dal 16 luglio del 1945 si registrò l’avvento di quella stagione della storia contemporanea che prende il nome di Guerra fredda, un periodo del quale le armi nucleari costituiscono uno dei simboli peculiari.

La tensione tra le due superpotenze, durata circa mezzo secolo, pur non concretizzandosi mai in un conflitto militare diretto, si sviluppò nel corso degli anni incentrandosi sulla competizione in vari campi — militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico, sportivo — contribuendo almeno in parte allo sviluppo e all’evoluzione della società stessa con l’avvento della terza rivoluzione industriale: è una cosa vecchia quanto l’uomo, la competizione e la guerra, ad aver innescato il cambiamento che oggi osserviamo e consumiamo nei prodotti che muovono le economie globali.

di Paolo Benanti / Osservatore Romano