Caduta del satellite, la protezione civile in allarme: “Potrebbe colpire anche l’Italia”

Il mese scorso ha esaurito il combustibile e al momento si trova in un’orbita discendente a 160 km di quota. Una volta che avrà raggiunto gli 80 km finirà in pezzi che potrebbero forse colpire anche l’Italia. Ma gli esperti rassicurano: 250 mila volte più facile vincere alla lotteria

BRUXELLES – Attenti alla testa: da qui alle prossime 48 ore potreste assistere a una pioggia singolare, fatta di ammassi di metallo del peso anche di diverse decine di chili. Non si sa dove infatti, ma tra domenica sera e le prime ore di lunedì, il satellite dell’Agenzia spaziale europea (Esa) “Goce”, da 1,1 tonnellate, precipiterà sulla superficie terrestre.

I frammenti più grandi potranno avere le dimensioni di un motore di auto e pesare circa 90 kg. Le chance di essere colpiti da un frammento, secondo gli astronomi, sono inoltre bassissime, circa 250.000 inferiori a quelle di vincere il primo premio a una lotteria.

Lanciato nel 2009 per stendere una mappa del campo gravitazionale terrestre, lo scorso mese il mastodonte ha esaurito il combustibile, finendo così la sua missione. Al momento si trova in un’orbita discendente a 160 km di quota. Una volta che avrà raggiunto gli 80 km finirà in pezzi e quattro quinti di esso bruceranno a causa del calore prodotto dall’attrito con l’atmosfera.

Potrebbe colpire l’Italia. Secondo la Protezione civile, non è improbabile che frammenti del satellite colpiscano anche l’Italia, e sono in particolare tre le finestre di interesse: dalle 8.26 alle 9.06 di domenica 10 novembre, in Centro-Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna); dalle 19.44 alle 20.24 sempre di domenica, nei  territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna; dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre, periodo per il quale non sono ancora disponibili informazioni.

Pur considerando l’elevata incertezza della situazione e la rarità di eventi di questo tipo, la Protezione civile ritiene “poco probabile che i frammenti causino il crollo di strutture: per questo sono da scegliere luoghi chiusi” e rileva inoltre che “i frammenti, impattando sui tetti degli edifici, potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici”.

La Protezione Civile segnala che l’Agenzia Spaziale Italiana, in raccordo con l’ESA, continuerà a rilasciare periodicamente le disponibili previsioni di rientro, al fine di mantenere l’intero sistema di protezione civile aggiornato. Eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. “Pertanto – spiegano gli esperti della Protezione Civile – non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi”.

repubblica.it

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