Avvenire
«Le autorità non ci hanno nemmeno avvertito quando è morto. Ce l’hanno detto il giorno dopo. Subito ci siamo precipitati a Fortaleza», racconta Bruno Pescia. Un viaggio drammatico. «Le autorità ci hanno lasciati soli. Abbiamo dovuto fare noi le indagini che hanno portato all’arresto dell’assassino, poi condannato a 16 anni. In ogni caso, il giovane è fuggito nel 2013, mentre era in permesso premio».
Per sopravvivere a tanto dolore, la famiglia Pescia ha scelto una forma insolita di resistenza. Bruno e la moglie, Daniela Patron, hanno deciso di creare un luogo dove i bambini di Garibaldi imparassero a sorridere. È nata così, nel 2009, la Escola Andrea Pescia. «All’inizio avevamo 60 allievi, ora sono quasi 200 e ce ne sono altri cento in fila, solo non abbiamo i fondi – prosegue Bruno –. Oltre all’asilo per bimbi fino a sei anni, abbiamo anche un doposcuola per tenere i ragazzini lontano dalla strada. Lo sforzo economico è molto impegnativo, le difficoltà sono tante ma vedere i nostri alunni sorridere sempre ci ripaga di tutto. La Provvidenza, però, ci aiuta attraverso tante persone di buona volontà. Ad esempio, la direttrice, Maria Auremir Medeiros offre il suo lavoro gratuitamente».