Boom contagi, paura a Milano. De Luca chiude le scuole

La corsa dei contagi da coronavirus non si ferma e lo spettro del secondo lockdown aleggia sempre più minaccioso sull’Italia. Il nuovo record di 8.804 nuovi infetti (1.500 più del giorno precedente), individuati grazie al livello massimo di tamponi, quasi 163 mila, porta con sè anche il raddoppio delle vittime giornaliere, da 43 a 83. Un dato quest’ultimo anomalo rispetto alla media del periodo e inevitabilmente sinistro.

Milano con oltre 500 positivi diventa un caso e cresce la paura, con il sindaco Beppe Sala che denuncia un indice di contagiosità Rt di oltre 2 nella città metropolitana, ai livelli di marzo in Lombardia. In Campania, altra regione in grande affanno, il governatore Vincenzo De Luca chiude le scuole fino al 30 ottobre: si farà solo didattica a distanza, la Dad.

L’escalation dell’epidemia nella seconda ondata provoca provvedimenti in ordine sparso di Regioni e Comuni, nel tentativo di evitare la chiusura totale o anche parziale e sperando che non sia troppo tardi per rallentare la corsa del virus. La Toscana vieta le visite nelle Rsa, le residenze per anziani, tornate un fronte delicatissimo. A Piacenza la Ausl chiude agli ospiti tutti gli ospedali per i troppi nuovi casi registrati.

E in effetti il virus torna a imperversare in Lombardia – oltre 2 mila nuovi contagiati e 26 vittime, la provincia di Milano di nuovo sopra i mille casi -, l’area di gran lunga più colpita nella prima fase. Una pressione che spinge gli ospedali Sacco e il Fatebenefratelli nel capoluogo ad accettare in pronto soccorso solo pazienti Covid, dirottando gli altri in strutture diverse. “La tendenza preoccupa, bisogna agire in fretta”, dice il sindaco Sala.

Intanto si fa sempre più allarmante la situazione in Campania, con più di 1.100 positivi in un giorno, superando quindi il saldo di 800 unità tra nuovi contagi e guariti che De Luca aveva indicato come soglia per “chiudere tutto”. Così arriva l’annuncio dello stop alle lezioni nelle scuole primarie e secondarie e anche nelle università, salvo gli studenti del primo anno. “Una decisione gravissima e profondamente sbagliata”, replica la ministra Azzolina. La nuova ordinanza limita le feste al nucleo familiare convivente e chiude i circoli ricreativi. Il cibo da asporto non si potrà ritirare in tutta la regione oltre le ore 21.

Supera la soglia di mille nuovi casi anche il Piemonte, che pensa a test rapidi a tutti i valichi di confine con la Francia, ma intanto sconta problemi di approvvigionamento dei tamponi. Tra le regioni con il maggior numero di nuovi positivi il Veneto ne ha 600, il Lazio 594, la Toscana 581. Ma spicca anche l’incremento in Umbria, Abruzzo e Puglia, tra le altre. Tre Comuni della Valle d’Aosta – Verrayes, Saint-Denis e Chambave – saranno zona rossa: lì l’Rt è oltre il livello d’allerta.

Ulteriore dato preoccupante e che spinge gli ospedali ai piani d’emergenza è quello delle terapie intensive: i pazienti in rianimazione aumentano in tutto il Paese di 47 unità in 24 ore, arrivando a quota 586, secondo i dati del ministero della Salute. I ricoveri in reparti ordinari crescono invece di 326 unità, raggiungendo la cifra di 5.796. Gli attualmente positivi aumentano di 6.821 unità, arrivando a 99.266.

Non è lontana la soglia di circa 110 mila raggiunta all’acme della prima ondata, quando però si facevano un sesto dei tamponi. I pazienti in isolamento domiciliare sono ora 92.884, con un aumento di 6.448 unità. I guariti e dimessi sono invece 245.964, con un incremento di 1.899. Insomma le persone che escono dal tunnel del coronavirus sono di nuovo molto meno numerose di quelle che si scoprono contagiate. (ANSA).