«Bocciati in italiano» Così alla maturità

 DA MILANO ENRICO LENZI – avvenire
 Un disastro: se la prova d’italiano al­la maturità fosse stata corretta da­gli esperti dell’Accademia della Cru­sca, sarebbe stata una strage, con oltre il 54% degli elaborati giudicati insufficienti. È quanto emerge dalle prime conclusioni del lavoro di analisi promosso dall’Istituto per la valutazione del sistema d’istruzione (Invalsi) su un campione di 545 elaborati provenienti dalla maturità dello scorso an­no. Un campione significativo e che tiene conto delle tre tipologie di percorsi di stu­di superiori (liceo, tecnici e professionali) e che evidenzia, come si legge nel Rappor­to Invalsi che sarà reso pubblico oggi, «la scarsa padronanza dell’uso scritto della lin­gua italiana nei ragazzi al termine della scuola superiore». E a rendere ancora più sconcertante il risultato del lavoro svolto dall’Invalsi e dall’Accademia della Crusca, è il fatto che gli stessi elaborati hanno in­vece ricevuto un giudizio per la gran parte positivo.
 Il lavoro dei correttori della Crusca. Agli e­sperti dell’Accademia è stato chiesto di ri­leggere gli elaborati valutando quattro com­petenze: testuale, grammaticale, lessicale­semantica, e ideativa. A ciascun correttore sono stati affidati una cinquantina di ela­borati e per ognuno di essi ha compilato u­na scheda di valutazione. Ogni elaborato è stato affidato a due correttori i quali han­no espresso, in modo indipendente, una misurazione dei singoli descrittori delle competenze.
 Le valutazioni delle competenze. Una stra­ge. In tutte e quattro le competenze la mag­gioranza degli elaborati risulta insufficien­te secondo la valutazione dei correttori del­l’Accademia. Nella competenza testuale è insufficiente il 58% delle prove, in quella grammaticale si scende al 54,1%, per risa­lire al 63,2% in quella lessicale-semantica, e attestarsi al 58,9% in quella ideativa. Nel confronto con la valutazione espressa un anno fa dalle commissioni esaminatrici del­la maturità, solo il 12,6% degli stessi elabo­rati venne giudicato insufficiente. Il divario nelle valutazioni si commenta da solo.
 Non si salvano neppure i licei. Purtroppo il quadro che emerge dal Rapporto Inval­si- Crusca, non consegna un risultato lu­singhiero neppure per i licei, considerati il fiore all’occhiello del sistema scolastico su­periore. Anche se migliore rispetto a quan­to riscontato negli istituti tecnici e in quel­li professionali, nei licei la padronanza del­la lingua italiana appare comunque bassa. Ben il 33,8% degli elaborati provenienti dai licei viene considerato insufficiente dai cor­rettori dell’Accademia per la competenza grammaticale, che diventa il 37,3% in quel­la ideativa (un decimale in meno rispetto a quella testuale), mentre raggiunge il 45,1% in quella lessicale-semantica. Percentuali decisamente più contenute rispetto a quel­le registrate nei tecnici e nei professionali. In questi due percorsi il risultato è addirit­tura allarmante, tanto da far scrivere nel Rapporto che «nel giudizio dei correttori, dopo almeno 13 anni di scuola, la gran par­te degli allievi frequentanti gli istituti tec­nici, che pure sotto altri profili si dimo­strano buone scuole, non raggiunge un li­vello sufficiente di padronanza della lingua italiana». Stesso discorso per gli studenti diplomati negli istituti professionali. Le ci­fre non lasciano scampo. Il 67,9% delle pro­ve d’italiano svolte nei tecnici risulta in­sufficiente dal punto di vista dalla compe­tenza grammaticale (ben l’80,4% nei pro­fessionali), il 72,9% in quello testuale (è l’83% nei professionali), il 75,5% in quella lessicale-semantica (l’86,9% nei professio­nali) e il 73,9% in quella ideativa (l’86,4% nei professionali).
 Al Nord risultati migliori, ma senza enfa­si.
  Dal punto di vista geografico la distribu­zione delle competenze linguistiche (ma sarebbe forse più corretto dire l’assenza di vere competenze) è meno sperequata di quello che si osserva a livello di indirizzo di scuola. Al Nord si registrano risultati mi­gliori, ma solo nelle competenze testuali e grammaticali le insufficienze restano (di pochissimo) sotto il 50% (rispettivamente il 49,4 e il 49,6). Per le altre due competen­ze anche al Nord le insufficienze superano il 50%. Al Centro e al Sud le percentuali ri­sultano leggermente più alte: al Centro si oscilla dal 55,4 al 65,8, mentre nelle regio­ni del Mezzogiorno si va dal 57,5 al 68,6.
 Cosa fare? È quanto si chiede lo stesso Rap­porto Invalsi. A cercare di dare una rispo­sta sono tre studiosi: Dario Corno (ordina­rio all’Università del Piemonte Orientale), Francesco Sabatini (già presidente dell’Ac­cademia della Crusca) e Luca Serianni (so­cio della Crusca). Da tutti l’invito di «recu­perare lo studio della grammatica che spes­so si esaurisce negli anni della scuola me­dia ». E, stando ai risultati del Rapporto, non basta.
 Esperti dell’Accademia della Crusca hanno corretto un campione dei temi realizzati nel corso dell’Esame di Stato dello scorso anno alle superiori