Blasfema la guerra in nome di Dio

«Il secondo comandamento proibisce ogni uso sconveniente del nome di Dio» (Catechismo 2162).
Col nome di Dio il comandamento proibisce l’abuso del nome di Gesù Cristo, della Vergine Maria e dei Santi. È proibita anzitutto la bestemmia, che ne usa il nome in modo ingiurioso, con epiteti espressamente oltraggiosi, ma anche con parole di offesa, di odio, di riprovazione, di rifiuto, di sfida. La bestemmia è anche in un fare pretestuoso e insolente in nome di Dio, la cui espressione limite è il male compiuto in suo nome. Dio è la verità e il bene. È irragionevole pensare che egli comandi cose insensate e cattive. È blasfemo attribuirle al suo volere. In particolare è blasfemo uccidere, torturare, compiere atti terroristici, dichiarare e combattere guerre in nome di Dio. Non ci sono guerre sante. Il male non è mai santo. Chi lo compie è malvagio e lontano da Dio. «Tu – confida il salmista – non sei un Dio che si compiace del male; presso di te il malvagio non trova dimora» (Sal 5,5). Forme di bestemmia sono anche le imprecazioni, con cui s’inveisce contro Dio, e l’uso magico del nome di Dio.
Abusivi e offensivi del nome di Dio sono inoltre il falso giuramento e lo spergiuro. «Giurare è prendere Dio come testimone di ciò che si afferma. È invocare la veracità divina a garanzia della propria veracità. Il giuramento impegna il nome del Signore» (2163). Non si può che giurare il vero. Giurare il falso è chiamare Dio a testimone di una menzogna. Questo è sfruttare Dio a proprio tornaconto. Il giuramento impegna il soggetto nel farlo e nel mantenerlo. Pronunciarlo con l’intenzione di non adempierlo o non tenendo poi fede a esso è compiere uno spergiuro. Ad evitare gli spergiuri, Gesù ha esortato a «non giurare affatto» (Mt 5,34). La Tradizione della Chiesa – seguendo san Paolo (cf 2Cor 1,23; Gal 1,20) – ha inteso la parola di Gesù non contraria al giuramento, quando viene fatto per qualcosa d’importante e di grave e non si faccia ricorso a esso di frequente e per cose futili. La verità obbliga per se stessa, prima d’ogni giuramento. «Il vostro parlare – esorta Gesù – sia “sì, sì”, “no, no”» (Mt 5,37).

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