Birmania: monaci in strada contro la giunta militare

Decine di monaci buddisti pro-democrazia sono scesi in strada della seconda città più grande della Birmania, Mandalay, contro il golpe militare. Nel 14esimo anniversario delle proteste di massa promosse dagli stessi monaci contro il precedente regime della giunta militare, represse nel sangue.

La Birmania è in subbuglio e la sua economia è paralizzata da febbraio, quando i militari hanno estromesso il governo civile di Aung San Suu Kyi, ponendo fine a un esperimento di democrazia decennale. In tutto il Paese si è radicata una resistenza anti-giunta, che ha spinto i militari a scatenare una brutale repressione del dissenso. Secondo un gruppo di monitoraggio locale, più di 1.100 civili sono stati uccisi e 8.400 arrestati.
Storicamente i monaci sono stati visti come un’autorità morale suprema che ha organizzato la comunità, talvolta mobilitando l’opposizione ai regimi militari. Ma dopo quest’ultimo golpe c’è stata una frattura, perché alcuni importanti ecclesiastici hanno dato la loro benedizione ai generali, mentre altri hanno sostenuto i manifestanti. Oggi i monaci hanno sfilato per le strade di Mandalay invocando la liberazione dei prigionieri politici, compresi i membri del partito di Aung San Suu Kyi, che ha vinto in modo schiacciante le elezioni dello scorso novembre. (ANSA).

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