Bibbia come Parola di Dio

Aggiornare l’insegnamento dell’Introduzione generale alla sacra Scrittura come parola di Dio all’indomani del Concilio vaticano II è stata una grande impresa, degna di un maestro di solido spessore teologico e letterario. L’allora preside dell’Istituto teologico fiorentino approntò per i suoi studenti un testo all’avanguardia (Firenze 1981; [4]1983): recepì in pieno il piano teologico espositivo del documento conciliare della Dei Verbum, si aprì agli apporti delle ermeneutiche filosofiche contemporanee (precorrendo il documento della Pontificia commissione biblica del 1993) e si avvalse di un linguaggio semplice ed estremamente didattico che assicurò al volume più di trent’anni d’uso negli studentato teologici.

Mazzinghi – discepolo di Mannucci, docente a Firenze e al PIB di Roma e attuale presidente dell’Associazione biblica italiana – ha ripreso in mano il grande lavoro del maestro per sfrondarne le parti caduche, aggiornare quelle che ne abbisognavano, introducendone delle nuove dove richiesto dai tempi e dagli sviluppi degli studi. Ne è risultato un volume di ben quasi 200 pagine più ampio rispetto all’originale di Mannucci. Insegnare questo corso è sempre stato impegnativo per i docenti, perché richiede competenze esegetiche teologiche unite a quelle di ermeneutica teologica e filosofica. Il benvenuto è assicurato!

Mazzinghi ha rispettato l’impianto generale originale ideato da Mannucci.

La Parte prima studia La Parola di Dio (pp. 22-87). Nel c. 1 si tratta del mondo della parola umana, nel c. 2 della parola amicale di Dio e nel c. 3 della rivelazione nella storia e attraverso la storia.

La Parte seconda è dedicata a La trasmissione della Parola di Dio (pp. 88-172). I quattro capitoli trattano rispettivamente: 1) La tradizione nel tempo dell’Antico e del Nuovo Testamento; 2) La Bibbia è la memoria scritta del popolo di Dio; 3) Il linguaggio umano della Bibbia; 4) Il testo della Bibbia.

La Parte terza tratta il tema La Bibbia è Parola di Dio (pp. 173-282). I quattro capitoli affrontano di seguito i seguenti temi: 1) I libri della Bibbia sono parola di Dio; 2) L’ispirazione della sacra Scrittura; 3) La Chiesa si interroga sul mistero della Bibbia (giudaismo, padri della Chiesa, Tommaso d’Aquino, dal concilio Fiorentino al Vaticano II con la stesura della Dei Verbum); 4) Sviluppi successivi al Vaticano II e problemi ancora aperti (Dio “autore” della Bibbia e uomini “scrittori” dei libri sacri – K. Rahner; autori e ispirati ma anche opera letteraria ispirata – Benoit, Schökel ecc.; autore ispirato o autori ispirati?; il carisma dell’ispirazione biblica non è un carisma isolato; dimensione comunitaria dell’ispirazione, ma non ispirazione collettiva; sacra Scrittura e parola di Dio [la parola di Dio è una realtà analogica ma la Bibbia è parola di Dio]; la Scrittura “ispirata da Dio” è anche “ispirante Dio?” (Lutero, Calvino, K. Barth e Brunner, dimensione oggettiva e “soggettiva” dell’ispirazione); i libri delle grandi religioni.

La Parte quarta studia Il canone delle Sacre Scritture (pp. 283-390). Si affrontano in cinque capitoli il canone dell’AT e quello del NT, il problema teologico del canone, la prospettiva ecumenica L’importante capitolo della verità della Bibbia è studiato diffusamente (pp. 342-390): breve storia del problema; la verità della Bibbia secondo il concilio Vaticano II; principi fondamentali che presiedono alla verità della Bibbia: oggetto formale della rivelazione, i “generi letterari” e la verità della Bibbia, il progresso della rivelazione, la sygkatábasis divina in DV 13 [parola di Dio e Verbo incarnato], la verità dei singoli testi biblici nella globalità dell’intero messaggio dell’AT, valore perenne dell’AT.

La Parte quinta si sofferma su L’interpretazione della sacra Scrittura (pp. 391-526), tracciando di seguito in tre capitoli la storia dell’interpretazione della Bibbia dalle origini al concilio Vaticano II, il problema ermeneutico nell’epoca moderna (con l’esposizione del pensiero ermeneutico di vari autori moderni e contemporanei) e infine il decisivo problema ermeneutico nel concilio Vaticano II e nell’esegesi cattolica contemporanea (pp. 460-526). Dapprima Mazzinghi analizza i principi dell’ermeneutica biblica cattolica alla luce di DV 12, con l’indicazione della lettura “nello Spirito”, con tre criteri concreti di un’ermeneutica teologica: il contenuto e l’unità di tutta la Scrittura, la viva tradizione di tutta la Chiesa, l’analogia della fede. Il & 2 illustra chiaramente le indicazioni del concilio Vaticano II nel senso dell’ermeneutica moderna. Forse è utile citarle: 1) Un’ermeneutica a servizio del carattere interpellativo della parola di Dio; 2) Attenzione ermeneutica al linguaggio umano della parola di Dio; 3) Esperienza e processo ermeneutico; 4) Dimensione storico-politica dell’ermeneutica biblica; 5) Il “comprendere” nella fede e il problema dei “sensi biblici”, con la questione del sensus plenior; metodi esegetici e approcci con l’infuocato dibattito del confronto tra metodo storico-critico e altri metodi esegetici; dai metodi oggi si è passati a valorizzare maggiormente gli approcci, e Mazzinghi accenna anche a questo problema. Concludono opportunamente questa parte alcune pagine dedicate all’attualizzazione e inculturazione delle Scritture e all’ermeneutica biblica quale compito senza fine. Nella Conclusione (pp. 527-548) lo studioso riflette in otto brevi capitoletti sull’importante tema de La sacra Scrittura nella vita della Chiesa, commentando i nn. 21-26 della DV.

Anche la semplice ripresa dei titoli degli argomenti affrontati nel volume dà una pallida idea della preziosità della sua revisione e aggiornamento da parte di Mazzinghi. A p. 15 del testo il lettore troverà comodamente indicate dall’autore le principali omissioni e tagli compiuti rispetto alla prima edizione del volume di Mannucci, così pure le aggiunte più significative inserite. Ampie le revisioni operate nei capitoli riguardanti il canone e soprattutto, evidentemente, nei cc. 17 – 19 dedicati all’ermeneutica. Totalmente nuova, anche se forzatamente sintetica, la sezione riguardante i metodi esegetici. L’autore ringrazia anche vari colleghi che hanno collaborato alla miglioria di vari paragrafi. Anche la bibliografia generale (pp. 549-564) è stata opportunamente riveduta e aggiornata.

Non c’è chi non veda l’impegno, l’onerosità ma anche la l’estrema utilità dell’aver posto mano alla revisione di un volume classico di supporto a un corso cruciale e impegnativo svolto negli ambiti accademici di teologia. Di questo ringraziamo vivamente Luca Mazzinghi per l’opera generosa che ha messo a disposizione per la formazione biblica integrale e aggiornata degli operatori pastorali, in specie i nuovi presbiteri, insegnanti di religione e catechisti.

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