Benin, benvenuti alla casa della gioia

La Maison de la joie, struttura di accoglienza per bambini ex schiavi, è anche un ostello per turisti. E di recente ha aperto un ristorante dove si mangia il piatto tipico locale.

09/04/2012 – ore 07:58

Alcuni bambini della Maison de la joie a Ouidah, in Benin.

Alcuni bambini della Maison de la joie a Ouidah, in Benin.

A Ouidah, nel Benin, minuscolo e poverissimo fazzoletto di terra nell’Africa occidentale, da una decina di anni esiste una grande casa-famiglia che accoglie oltre cinquanta bambini strappati al destino di piccoli schiavi, abbandonati dalle famiglie, venduti per miseria e disperazione dai genitori, spediti a lavorare come domestici, ceduti a trafficanti che gestiscono la tratta dei minori con gli altri Paesi vicini. La Maison de la joie, casa della gioia, è nata grazie alla volontà e all’impegno di una coppia italo-beninese, Flavio Nadiani e sua moglie Therese, che vivono a Faenza.

Oggi la Maison de la joie ospita oltre cinquanta bambini e alcune donne rimaste sole, ragazze madri, mogli abbandonate dai loro mariti. Oltre a essere una casa-famiglia, la Maison è una struttura ricettiva di turismo responsabile: funziona cioè come un ostello (con dieci camere matrimoniali e tre bagni a uso esclusivo del turisti), che usa i proventi del turismo per mandare avanti la casa, crescere ed educare i bambini accolti.

Paolo, uno dei bambini ex schiavi della casa-accoglienza (foto di Andrea Luciano).

Paolo, uno dei bambini ex schiavi della casa-accoglienza (foto di Andrea Luciano).

Nell’ambito dei progetti della Maison, da qualche tempo è nato anche il Palais de l’Igname pillè, un ristorante gestito dalle donne che vivono nella casa-famiglia. «Il menù si basa su un piatto unico», spiega Erika Rigamonti, parmense trapiantata a Milano, scrittrice di romanzi e responsabile dei progetti della Maison de la joie, «si tratta della ricetta tipica della cucina beninese, l’igname pillè: l’igname è un tubero, come una grossa patata, che viene lessata, trasformata in una specie di polenta e poi mangiata con varie salse piccanti di carne, pesce o formaggio».

Il ristorante è frequentato soprattutto dalla gente del posto: «Bisogna tenere presente che in Benin la gente spesso non ha la cucina in casa», racconta Erika. Il Palais de l’Igname pillè con le sue entrate ha permesso alla Maison di avviare una forma di autosostentamento e di autosviluppo. Al momento le donne che ci lavorano sono circa 12-13: le ragazze più grandi della Maison, quando non sono a scuola e durante il fine-settimana, vanno anche loro al ristorante, servono ai tavoli, tengono i conti, fanno dei piccoli lavoretti».

Erika Rigamonti con alcuni bambini (foto di Francesca Astuti).

Erika Rigamonti con alcuni bambini (foto di Francesca Astuti).

Il ristorante è il primo passo di un grande progetto chiamato Villaggio della gioia, che prevede uno spazio polifunzionale con una biblioteca, una cineteca, cinque-sei postazioni Pc. «La biblioteca», spiega Erika, «comprende 500-600 volumi in lingua francese, tra narrativa, libri per ragazzi, dizionari e libri di testo delle scuole francesi per integrare la formazione dei nostri bambini, permettendo loro di accedere a tutto il vasto patrimonio di letteratura africana francofona che in Africa, però, non si conosce perché paradossalmente lì non arriva neppure, mentre si può trovare in Francia. Lo stesso discorso vale per la cineteca: vogliamo offrire ai bambini un repertorio di film africani di alta qualità, registi africani che magari arrivano ai festival cinematografici qui in Europa. Sia per la letteratura che per il cinema, abbiamo inserito anche dei titoli di Haiti, per il forte legame tra l’isola caraibica e l’Africa».

Il Villaggio della gioia prevede anche l’istituzione di varie unità produttive, una pasticceria, una sartoria e un negozio per parrucchiera, per dare alle donne un’opportunità di realizzazione professionale, una volta che saranno uscite dalla Maison e rientrate nella società. L’inaugurazione dello spazio polifunzionale è prevista per il prossimo Natale. Le donazioni e le adozioni a distanza dei bambini della casa-famiglia (una delle principali forme di sostegno per la Maison) vengono gestite in Italia attraverso la Onlus Insieme per crescere (Via Laderchi, 3 – 48018 Farenza, telefono e fax 0546/62.07.13). Per avere informazioni, dare il proprio contributo o avviare un’adozione si può visitare il sito www.maisondelajoie.com e scrivere a info@maisondelajoie.com oppure a adozioni@maisondelajoie.com.

Giulia Cerqueti
famigliacristiana.it