Laura Pausini, Elodie, Ligabue, Mannoia sono alcuni degli artisti che il 24 giugno saliranno sul palco del Campovolo per sostenere le popolazioni colpite dall’alluvione

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AGI – La musica italiana insieme per la Romagna. E’ questo lo spirito che anima ‘Italia loves Romagna’, il grande concerto-evento per sostenere le popolazioni colpite dalla terribile alluvione che si e’ abbattuta sul territorio romagnolo, che si terrà il 24 giugno 2023 alla RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo).

Sul palco questi gli artisti che si esibiranno:

Blanco
Elisa
Elodie
Emma, Giorgia
Luciano Ligabue
Madame
Fiorella Mannoia
Gianni Morandi
Negramaro
Laura Pausini
Max Pezzali
Salmo
Tananai
Zucchero.
La musica italiana quindi, si unisce per raccogliere fondi a sostegno della Romagna e dei suoi abitanti, 11 anni dopo ‘Italia loves Emilia’, il concerto realizzato nel 2012 per sostenere i terremotati dell’Emilia-Romagna “perché la musica e i suoi protagonisti – si legge in un comunicato – possono fare cose importanti, come creare ancora una volta un evento in cui sarà la forza dell’unione degli artisti e del pubblico a essere fondamentale, per un momento di solidarietà e aiuto concreto”.

I biglietti per ‘Italia loves Romagna’ saranno disponibili in prevendita dalle ore 11 di martedi’ 30 maggio sui circuiti Vivaticket, TicketOne e Ticketmaster.

Erdogan ha vinto le elezioni: “Governeremo per i prossimi cinque anni”

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AGI – La ha spuntata il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, per la prima volta costretto al ballottaggio dallo sfidante Kemal Kilicdaroglu. Il leader turco ha vinto con il 52.14% delle preferenze, il rappresentante dell’opposizione si è fermato al 47.86%. Tra i due un divario di 2.3 milioni di voti, erano stati 2.5 milioni al primo turno di 2 settimane fa. Leggermente più bassa, ma comunque altissima l’affluenza, 83.6%, al primo turno era stata dell’88%.

Segnale evidente di un Paese di 83 milioni di abitanti, dove gli aventi diritto di voto sono 64 milioni e che nella partecipazione ci crede e non rinuncia al proprio diritto di voto.

“Governeremo il Paese per i prossimi 5 anni a Dio piacendo. Ci meriteremo la vostra fiducia. Oggi l’unico vincitore è la Turchia”, ha detto il presidente alla folla in delirio radunatasi dinanzi la sua casa di Istanbul. Erdogan ha poi attaccato Kilicdaroglu e arringato la folla accostando i partiti che lo hanno sostenuto di essere Lgbt. Una caduta di stile che andava evitata, ma che al suo popolo piace, purtroppo. Il segno evidente di un Paese spaccato in due.

A voltare le spalle a Erdogan sempre la costa Egea e Mediterranea, ma anche le grandi città come Istanbul e Ankara, dove la maggioranza della gente ha una visione ben diversa da quella della gente dell’Anatolia e del Mar Nero, che lo adora, lo vota in massa ed è pronta a perdonargli tutto. Il presidente turco ha dominato anche nelle aree colpite dal devastante sisma dello scorso 6 febbraio. Il sud est a maggioranza curda ha visto un leggero vantaggio a favore di Kilicdaroglu, che era sostenuto dai filo curdi di Hdp, ma ha perso voti in seguito alle alleanze concluse con gli ultranazionalisti tra il primo e il secondo turno.

Una vittoria in nome della continuità
Di sicuro dalle urne viene fuori un Paese spaccato in due con un solo uomo al comando. Il ballottaggio di oggi in Turchia, è stato il primo nella storia di un Paese che ancora una volta ha dato fiducia all’uomo che, prima da premier e poi da presidente ha imposto la propria figura, leadership e linea politica per 20 anni ed è destinato a rimanere al potere fino al 2028.

Numeri che lasciano indietro l’indimenticato padre della Turchia laica, secolare e repubblicana, Mustafa Kemal Ataturk. Un sorpasso di cui il popolo turco è consapevole e proprio per questo la fiducia riposta nel presidente in carica assume un valore ancora maggiore. Eppure Erdogan fino alle elezioni del 2015 ha governato da solo con il suo partito Akp, da allora in poi in coalizione e fino a oggi ha continuato a perdere consenso, senza tuttavia che questa perdita fosse sufficiente a porre fine al suo impero.
La fiducia in Erdogan, il timore di metà della popolazione di ritrovarsi senza una guida in un Paese in perenne emergenza sono state le chiavi della vittoria, ieri e oggi. Fiducia e timore che hanno prevalso al fotofinish sulla voglia di cambiamento di cui si è fatto carico lo sfidante, Kemal Kilicdaroglu a cui non sono bastati l’inflazione, l’economia a pezzi e la carta nazionalista e anti migranti per detronizzare un leader che, nel bene e nel male, ha segnato per sempre la storia di questo Paese.

Anche la crisi economica, la perdita di valore della lira turca, il caro vita, problemi arrivati alla pancia del Paese si sono tramutati in una perdita di voti non sufficiente a farlo perdere, perchè nella maggior parte della popolazione è rimasta forte la percezione che nessuno meglio di lui possa risolvere i problemi. Al termine di una campagna elettorale di basso profilo, caratterizzata da un inaspettato equilibrio nei manifesti e nello spreco di volantini Erdogan si riconferma nel nome della continuità.

Venezia Canal Grande si colora di verde fluo. “È liquido tracciante”

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AGI – L’acqua della laguna si tinge di un verde fosforescente. Domenica 28 maggio, è apparsa una chiazza fluo sul Canal Grande, all’altezza del Ponte di Rialto. Il motivo dell’insolita colorazione dell’acqua non è ancora chiaro e al momento non è stata rivendicata nessuna azione dimostrativa. Intanto il Prefetto di Venezia, Michele di Bari, ha convocato una riunione urgente.
Ultima Generazione: “Non c’entriamo niente”
I ragazzi di Ultima Generazione ribadiscono di non avere nulla a che fare con quanto accaduto a Venezia. È quanto viene sottolineato dall’ufficio stampa di Ultima Generazione.
Risulterebbe essere un ‘tracciante’ – un liquido che viene usato in genere quando c’è una perdita di acqua per comprenderne il tragitto seguito – la sostanza verde che ha colorato l’acqua di Canal Grande. Ma al momento non c’è stata nessuna rivendicazione.
Lo rende noto la polizia di Stato con un comunicato nel quale spiega che questa mattina, “alle ore 9.30 circa, nelle vicinanze del Ponte di Rialto, è stata riscontrata una colorazione verde del bacino acqueo” e “a seguito dei primi accertamenti, condotti dai vigili del fuoco, insieme alla polizia locale di Venezia e all’Arpav (l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, ndr)”.
Sono in corso, con l’apporto di tutte le componenti della riunione tecnica di coordinamento effettuata, tutti gli accertamenti necessari a chiarire la natura e le cause dell’evento. Nelle more degli sviluppi, il prefetto di Venezia Michele di Bari, d’intesa con il questore, ha disposto un’intensificazione della vigilanza in ambito lagunare al fine di monitorare eventuali criticità e prevenire ulteriori episodi analoghi. Nella giornata di domani, conclude la nota, anche in relazione all’evolversi della situazione, il prefetto di Venezia terrà una nuova riunione.

La minaccia di Lukashenko: “Armi nucleari per tutti”

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AGI – Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, dopo le voci, alimentate dalla dissidenza bielorussa, sul suo stato di salute, è riapparso oggi con un messaggio, pubblicato dal suo servizio stampa e diffuso dalla Tass, in cui fa gli auguri al leader dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e a tutti gli azeri in occasione della festa nazionale del Paese. Non solo, il leader di Minsk ha anche affermato che, se “qualcuno è preoccupato”, dovrebbe stringere un’alleanza con Russia e Bielorussia e “ci saranno armi nucleari per tutti”.

“La Bielorussia e la Russia devono stringere un’alleanza, e basta”, ha detto Lukashenko. “Dobbiamo capire strategicamente che abbiamo un’opportunità unica per unirci”, ha concluso. Le voci sulla sua malattia erano già state smentite ieri quando il gruppo di monitoraggio bielorusso Gayun aveva fatto sapere di aver visto il presidente a Minsk mentre si dirigeva verso la sua residenza.

“Le dichiarazioni “nucleari” di Lukashenko (il sovrano nominale della Bielorussia e un propagandista VIP della guerra) indicano direttamente che la Federazione Russa sta deliberatamente “uccidendo” il concetto di deterrenza nucleare globale e “seppellendo” il Trattato globale chiave sulla non proliferazione delle armi nucleari”, ha scritto su Twitter Mykhailo Podolyak, il principale consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“Questo mina fondamentalmente i principi della sicurezza globale… Ci può essere solo una soluzione: una posizione dura nei confronti degli Stati nucleari; le pertinenti risoluzioni ONU/AIEA; ampie sanzioni contro Rosatom; sanzioni finanziarie sistemiche contro la Bielorussia e, in ultima analisi, contro la Russia…”