Attenti, i social network non sono mai un gioco

Pericolosi per tutti, perché diffondono notizie false che provocano contrapposizione. E pericolosissimi per le bambine e i bambini, perché presentano modelli lontani dalla vita reale, ai quali è impossibile adeguarsi. A mettere in guardia dai pericoli dei social network non è un genitore preoccupato e un po’ all’antica.

Questa denuncia viene da una persona che conosce bene il mondo digitale. Si chiama Frances Haugen e, dopo aver lavorato in diverse società tecnologiche, ha ricoperto incarichi di responsabilità a Facebook, dove era stata incaricata di tenere sotto controllo i possibili effetti negativi del social più conosciuto e diffuso.

Purtroppo i risultati delle sue ricerche erano tutt’altro che incoraggianti, specie per quanto riguarda la tutela della democrazia. In sostanza, Facebook dà maggior visibilità a chi alza di più la voce, anche quando lo fa per sostenere opinioni violente, per insultare gli altri, per far circolare informazioni prive di fondamento, capaci però di attirare l’attenzione degli utenti.

Il problema è che non solo questi elementi non sono mai stati resi noti, ma la stessa struttura in cui operava Haugen è stata soppressa. Lasciata l’azienda, l’esperta ha consegnato ai media le prove di questo inganno, suscitando uno scandalo che nei giorni scorsi l’ha portata a testimoniare davanti al Senato degli Stati Uniti. In quell’occasione Haugen si è soffermata su un’altra circostanza molto inquietante: nonostante l’iscrizione a Instagram (altro social di proprietà di Facebook) sia ufficialmente riservata ai maggiori di 13 anni, il divieto viene spesso aggirato, con conseguenze devastanti. Molte bambine, in particolare, diventano dipendenti dalle immagini che vedono, cadono in depressione, sviluppano disturbi alimentari, in alcuni casi arrivano addirittura al suicidio.

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