All’udienza generale Papa Francesco parla della risurrezione della carne

 

Appello di Papa Francesco per le religiose del monastero greco-ortodosso di Maalula, in Siria, rapite nei giorni scorsi da uomini armati. Prima di concludere l’udienza generale in piazza San Pietro, nella mattina di mercoledì 4 dicembre, il Pontefice ha infatti chiesto di pregare “per queste sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso”.
La preoccupazione del Santo Padre per la sorte delle religiose è costante. Dal momento del rapimento, delle suore non si hanno più notizie. Il suo appello si aggiunge a quello rivolto dal patriarca Giovanni x, primate della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, “alla comunità internazionale e a tutti i governi del mondo intero – si legge nel testo diffuso questa mattina – affinché siano rilasciati le monache di santa Tecla e gli orfanelli tenuti in ostaggio”. Anche il Patriarcato di Mosca ha severamente condannato il rapimento delle suore ortodosse, definendolo come un “atto disumano”.
Prima di rivolgere il suo pensiero all’ennesimo drammatico episodio che sconvolge la martoriata popolazione siriana, il Santo Padre aveva proposto l’ultima delle catechesi dedicate al Credo. In particolare si era soffermato sulla risurrezione della carne. Un traguardo, aveva detto, riservato a tutti gli uomini in virtù della risurrezione di Gesù, tuttavia difficile da capire. Anche se, aveva notato il Papa, abbiamo la certezza di essere “discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se riuscissimo ad avere più presente questa realtà – aveva precisato – saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare con cuore misericordioso sulla via della salvezza”.
Un cammino del quale tra l’altro facciamo esperienza già in questa vita, perché “mediante il Battesimo – aveva poi aggiunto – siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, cioè la vita del Risorto”. E “in attesa dell’ultimo giorno abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità”.
L’incontro si è concluso con l’esortazione del Papa “a pregare e a operare insieme per la pace”.

(©L’Osservatore Romano 5 dicembre 2013)