All’udienza generale Papa Francesco invita a riflettere sulla figura del Salvatore quale difensore dell’uomo

e alla a fine dell’incontro rivolge il pensiero alle vittime del terremoto in Iran e Pakistan ed esprime solidarietà a operai che rischiano di perdere il lavoro

“Gesù è il nostro avvocato”. Ricorre a questa metafora Papa Francesco per spiegare il ruolo di difensore dell’uomo, assunto dal Salvatore, agli ottantamila fedeli presenti questa mattina, mercoledì 17, in piazza San Pietro per partecipare all’udienza generale. “Quando uno è chiamato dal giudice o ha una causa – ha detto il Papa – la prima cosa che fa è chiamare l’avvocato perché lo difenda. Noi ne abbiamo uno, che ci difende sempre, ci difende dalle insidie del diavolo, ci difende da noi stessi, dai nostri peccati”. E ha invitato a non aver paura di rivolgerci a Lui sia per chiedere perdono e misericordia sia per chiedere di essere difesi, perché “è il nostro avvocato: ci difende sempre! Non dimenticate questo”.
Riferendosi poi all’evento dell’ascensione, narrato dall’evangelista Luca, il Pontefice presenta la figura di Gesù come quella di “un capo cordata, quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio”. Mostra cioè qual è il cammino da seguire. “In Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostra umanità è stata portata presso Dio; Lui ci ha aperto il passaggio” e intercede per noi. “Questo – ha specificato – è un primo punto importante: Gesù è l’unico ed eterno Sacerdote che con la sua passione ha attraversato la morte e il sepolcro ed è risorto e asceso al Cielo; è presso Dio Padre, dove intercede per sempre a nostro favore”.
E ciò, ha poi precisato, vale anche quando non lo vediamo. L’ascensione infatti “non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non è più in un preciso posto del mondo come lo era prima dell’ascensione; ora è nella signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi”. Di qui la certezza che “nella nostra vita non siamo mai soli: abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende”.
Salutando i gruppi presenti, il Papa ha riservato particolari espressioni per i giovani ricordando che “non si può capire un giovane senza entusiasmo!”. Ha poi espresso solidarietà a un gruppo di operai in difficoltà di Sassari, anche se non presenti all’udienza a causa di un ritardo aereo. Infine ha rivolto una preghiera a Dio per le vittime del terremoto in Iran e Pakistan e ha manifestato la propria vicinanza.

(©L’Osservatore Romano 18 aprile 2013)