Al forum di Davos il Papa ricorda che al centro della politica c’è la persona e non il potere o il profitto. Lo sviluppo integrale deve includere tutta la famiglia umana

L’Osservatore Romano

In occasione del forum economico di Davos, che si svolge dal 21 al 24 gennaio, il Papa ha inviato al direttore esecutivo un messaggio consegnato dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che vi partecipa come rappresentante della Santa Sede. Del testo pubblichiamo una traduzione italiana.
Al Professor Klaus Schwab
Direttore Esecutivo del World Economic Forum
Mentre il World Economic Forum celebra il suo cinquantesimo anniversario, invio saluti e oranti buoni auspici a tutti coloro che prendono parte all’incontro di quest’anno. La ringrazio per il suo invito a partecipare, e ho domandato al Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, di prendervi parte come rappresentante della Santa Sede.
In questi anni, il World Economic Forum ha offerto un’opportunità per l’impegno delle diverse parti interessate a esplorare modi innovativi ed efficaci di costruire un mondo migliore. Ha anche fornito un ambito in cui possono essere guidate e rafforzate la volontà politica e la mutua collaborazione nel vincere l’isolazionismo, l’individualismo e la colonizzazione ideologica che purtroppo caratterizza troppo il dibattito contemporaneo.
Alla luce delle sfide crescenti e sempre più interconnesse che deve affrontare il nostro mondo (cfr. Laudato si’, n. 138 e seg.), il tema sul quale avete scelto di riflettere quest’anno — Stakeholders for a Cohesive and Sustainable World — indica la necessità di un maggiore impegno a tutti i livelli al fine di affrontare in modo più efficace le diverse questioni con cui si confronta l’umanità. Nel corso degli ultimi cinque decenni abbiamo assistito a trasformazioni geopolitiche e a cambiamenti significativi, dall’economia e i mercati del lavoro alla tecnologia digitale e l’ambiente. Molti di questi sviluppi hanno recato beneficio all’umanità, mentre altri hanno avuto effetti negativi e creato importanti lacune nello sviluppo. Sebbene le sfide attuali non siano le stesse di mezzo secolo fa, diversi aspetti continuano a essere importanti mentre iniziamo un nuovo decennio.
La considerazione prevalente, che non va mai dimenticata, è che siamo tutti membri dell’unica famiglia umana. Il dovere morale di prendersi cura gli uni degli altri scaturisce da questo fatto, esattamente come il principio correlato di porre la persona umana piuttosto che la mera ricerca del potere o del profitto al centro stesso della politica pubblica. Tale dovere, inoltre, incombe sia al settore degli affari sia ai governi, ed è imprescindibile nella ricerca di soluzioni eque alle sfide che ci si pongono. Pertanto, è necessario andare oltre gli approcci tecnologici o economici a breve termine e tenere pienamente conto della dimensione etica nel cercare soluzioni ai problemi attuali o proporre iniziative per il futuro.
Fin troppo spesso visioni materialistiche o utilitaristiche, talvolta nascoste, altre volte evidenziate, conducono a pratiche e strutture motivate largamente, o addirittura soltanto, da interessi propri. Di solito questi vedono gli altri come il mezzo per raggiungere un fine e implicano una mancanza di solidarietà e carità, che a sua volta fa nascere vera ingiustizia, mentre uno sviluppo umano davvero integrale può prosperare solo quando tutti i membri della famiglia umana sono inclusi nella ricerca del bene comune e vi possono contribuire. Nel cercare un progresso autentico, non dimentichiamo che calpestare la dignità di un’altra persona significa, di fatto, sminuire il proprio valore.
Nella mia Lettera Enciclica Laudato si’, ho attirato l’attenzione sull’importanza di un’“ecologia integrale” che tenga conto di tutte le implicazioni della complessità e dell’interconnessione della nostra casa comune. Un tale approccio etico rinnovato e integrato esige un «umanesimo, che fa appello ai diversi saperi, anche quello economico, per una visione più integrale e integrante» (ibid., n. 141).
Nel riconoscere i conseguimenti degli ultimi cinquant’anni, è mia speranza che i partecipanti al Forum odierno, e a quelli che si svolgeranno in futuro, tengano presente l’alta responsabilità morale che ognuno di noi ha di cercare lo sviluppo integrale di tutti i nostri fratelli e sorelle, compresi quelli delle generazioni future. Che le vostre deliberazioni portino a una crescita in solidarietà, specialmente con i più bisognosi, che sperimentano ingiustizia sociale ed economica e la cui stessa esistenza è addirittura minacciata.
A quanti partecipano al Forum rinnovo i miei oranti buoni auspici per un incontro fecondo e su tutti voi invoco la benedizione di Dio della saggezza.
Dal Vaticano, 15 gennaio 2020
Francesco
L’Osservatore Romano, 21-22 gennaio 2020