Nella Giornata internazionale degli anziani, risuonano gli inviti accorati di Francesco a prendersi cura degli anziani oltre che dei giovani, perché sono loro che alimentano la cultura della speranza e garantiscono la sopravvivenza di un Paese, di una patria, della Chiesa

Papa Francesco e anziani

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“Quando si trascurano i vecchi si perde – diciamolo senza vergogna – la tradizione, che non è un museo di cose vecchie, è la garanzia del futuro. È il succo delle radici che fa crescere l’albero e dare fiori e frutti”. Le parole del Papa ieri nella Messa a Santa Marta risuonano da severo monito nell’odierna Giornata Internazionale delle persone anziane, istituita dall’Onu nel 1990.

Un miliardo gli ultrasessantenni nel mondo

Nel mondo sono circa un miliardo gli uomini e le donne che hanno già compiuto 60 anni e le previsioni indicano che entro il 2030 aumenteranno di 400 milioni, segnando una crescita di quasi il 50 per cento e superando il numero dei giovani e dei bambini sotto i 10 anni. Gli ultraottantenni dovrebbero addirittura triplicare nei prossimi 30 anni, passando da 143 milioni nel 2019 a 426 milioni nel 2050. L’incremento maggiore sarà nei Paesi in via di sviluppo, dove già oggi vivono quasi due terzi degli anziani nel mondo intero. La maggiore crescita numerica sarà in Asia, mentre l’Africa affronterà la maggiore crescita percentuale di anziani.

Opportunità e sfide di una società che invecchia

“L’invecchiamento della popolazione – avverte l’Onu – è destinato a diventare una delle trasformazioni sociali più significative del XXI secolo”. Da qui l’importanza di celebrare questa Giornata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle opportunità e le sfide di una società che invecchia a ritmo sempre più sostenuto, nella consapevolezza del contributo che gli anziani apportano alla società, da valorizzare pienamente. 

L’affetto di Papa Francesco per gli anziani

Innumerevoli volte nel suo pontificato Francesco ha mostrato con parole e gesti concreti la sua sollecitudine verso gli anziani – ‘anch’io lo sono’ ha ricordato più volte -, sollecitando tutti a non distogliere mai lo sguardo verso quelli più sofferenti per malattie, esclusione e solitudine. “Sono le radici e la memoria di un popolo”, “i vecchi sono un tesoro”, “sono la saggezza”, “un patrimonio delle nostre comunità” eppure – ha deprecato il Papa – “quante volte si scartano gli anziani con atteggiamento di abbandono che sono una vera eutanasia nascosta”. “L’anziano non è un alieno. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo. E se non impariamo a trattare bene gli anziani, così tratteranno noi”. “Mi piacerebbe – è il desiderio espresso da Papa Francesco – “che una volta si desse il premio Nobel agli anziani che danno memoria all’umanità”.

Troppi vecchi in povertà, dimenticati e discriminati

A confermare il protagonismo degli anziani è la stessa Onu che in questa giornata ne rimarca “ruolo significativo” da sempre svolto nella società quali “leader” e “custodi della tradizione”, denunciandone altresì la vulnerabilità: “molti cadono in povertà, diventano disabili o si trovano ad affrontare discriminazioni”. E se il miglioramento dell’assistenza sanitaria su scala globale – fa notare l’Onu – ha portato all’aumento della degli anziani, “anche i loro bisogni sono in crescita, così come anche il loro contributo al mondo”.

Pari opportunità per ogni età della vita

Da qui il tema della Giornata 2019 “Viaggio verso l’uguaglianza di età”, perché gli anziani siano messi nelle condizioni di partecipare attivamente alla vita sociale, economica e politica in tutte le forme dello sviluppo, riducendo le diseguaglianze di vecchiaia all’interno dei Paesi e fra Paesi, nella convinzione che a tutti indipendentemente da età, sesso, disabilità, etnia, religione e status economico debba garantirsi pari inclusione sociale, indispensabile per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi fissati dall’Onu nell’Agenda per sviluppo sostenibile.

Lottare contro narrazioni negative e stereotipi

Tra le raccomandazioni dell’Onu ai Paesi quella di esplorare gli svantaggi che derivano agli anziani a causa della loro età per porvi rimedio; di attuare politiche sociali che seguano l’intero arco della vita delle persone; favorire una cultura che valorizzi l’età anziana, combattendo le narrazioni negative e gli stereotipi sulla vecchiaia.

Festa di S. Francesco nei Giardini Vaticani. Celebrazione del Tempo del Creato e Consacrazione del Sinodo a S. Francesco


Sala stampa della Santa Sede 

Festa di S. Francesco nei Giardini Vaticani. Celebrazione del Tempo del Creato e Consacrazione del Sinodo a S. Francesco. 4 ottobre 2019, ore 12.30 | Giardini Vaticani
“San Francesco è l’esempio per eccellenza di una ecologia integrale” (Laudato Si’ 10)
L’IMPORTANZA DELLA DATA
La festa di San Francesco d’Assisi di quest’anno, il 4 ottobre, ha un’importanza speciale data la concomitanza di diverse date simboliche:
● Ha luogo solo 2 giorni prima del Sinodo dell’Amazzonia, il primo sinodo sul tema dell’ecologia integrale.
● La festa di San Francesco chiude il Tempo del Creato, la celebrazione annuale che si svolge tra il 1° settembre e il 4 ottobre, che per la prima volta è stata proclamata ufficialmente da Papa Francesco per la Chiesa cattolica.

La grande lezione di Gandhi, a 150 anni dalla nascita: amare tutti anche i nemici. Intervista con mons. Ángel Ayuso Guixot


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(Roberta Gisotti) “Amore fraterno e non violenza per la pace e l’armonia globali”: Convegno interreligioso di studio, oggi a Roma, a 150 anni dalla nascita del Mahatma Gandhi, di cui ricorre domani 2 ottobre l’anniversario, nella Giornata internazionale della nonviolenza. Nasceva 150 anni fa in India il 2 ottobre del 1869 il leader che avrebbe segnato la storia moderna del suo Paese, liberato dal giogo del colonialismo britannico, ma anche l’uomo che avrebbe indicato al mondo la via pacifica per il contrasto politico e il rispetto dei diritti umani in ogni situazione e luogo, oltre che una filosofia di vita per cui “giusti mezzi portano a giusti fini” per realizzare una società pacifica. “La non violenza – insegnava Gandhi – è la più grande forza a disposizione dell’umanità. E’ più potente della più potente arma di distruzione  ideata dall’ingegno dell’uomo”. 

La politica superi la stagione dell’odio. Il Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes

Adista

Domenica scorsa la Chiesa cattolica ha celebrato la 105.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, intorno al tema scelto da papa Francesco per il suo Messaggio: “Non si tratta solo di migranti”.

A due giorni dalla ricorrenza annuale, il 27 settembre presso l’Oratorio del Caravita di Roma, Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana hanno presentato il XXVIII Rapporto immigrazione 2018-2019, che porta lo stesso titolo del Messaggio papale.

I flussi migratori verso il Belpaese sono complessi, diversificati e stratificati, nonostante una certa narrazione mediatica e politica abbia imposto negli ultimi anni una rappresentazione semplificata dei fenomeni migratori, dovuta all’ossessione nei confronti dei migranti del mare i quali, seppur in aumento, non sono che una porzione del tutto marginale della presenza straniera in Italia. Accanto a chi fugge da situazioni insostenibili ci sono, infatti, circa 5 milioni e 255mila cittadini stranieri residenti regolarmente e stabilmente sul nostro territorio, l’8,7% della popolazione nazionale. Un dato non irrilevante, che impone alle istituzioni pubbliche riflessioni serie e politiche adeguate d’integrazione e di cittadinanza, lontano da slogan facili e mal di pancia.

I numeri sfatano il pregiudizio dell’Italia come terra d’approdo (e d’invasione) privilegiata d’Europa. Secondo il Rapporto Caritas-Migrantes, nei 28 Paesi dell’Unione risiedono (dati 2018) poco meno di 40 milioni di stranieri, 9 milioni dei quali in Germania. Al secondo posto si colloca il Regno Unito e, solo al terzo posto, il nostro Paese, seguito da Francia e Spagna.

Ancora, restando nell’Italia che certi media e certi leader politici hanno descritto come invasa dagli africani e dai musulmani, il Rapporto stila la classifica delle provenienze: la comunità straniera più consistente, ancora una volta, è quella rumena, con un milione e duecentomila presenze (23% del totale di immigrati); seguono albanesi (circa 441mila) e marocchini (circa 423mila). I musulmani residenti in Italia crescono del 2% nell’ultimo anno e si attestano a 1 milione e 580 mila presenze. Ma resta cristiana la maggioranza degli stranieri in Italia, con 2 milioni e 815 mila presenze (1 milione e 560mila ortodossi, 977mila cattolici, 183mila evangelici, ecc.).

Gli immigrati regolarmente e stabilmente residenti, vivono principalmente nelle zone più ricche del nord e del centro (Lombardia e Lazio al primo posto), dove evidentemente le possibilità di lavoro e di occupazione sono più alte.

5 milioni di stranieri «vivono e lavorano accanto a noi, non si tratta solo di migranti ma della società italiana», ha sottolineato il curatore del RaportoSimone Varisco di Migrantes. «Esiste il rischio di focalizzare l’attenzione sul problema dei profughi, che sono solo una parte del fenomeno. Un fenomeno che non è certo quel fiume in piena che si è cercato di descrivere». La presenza dei figli di stranieri nelle scuole italiane è ferma da dieci anni, le nascite di bambini stranieri in Italia è in leggera ma progressiva flessione, lancia l’allarme Varisco. Un dato non certo rassicurante per la tenuta demografica ed economica del Paese.

Caritas e Migrantes, dati alla mano, attaccano duramente i provvedimenti legislativi voluti dall’ex ministro Matteo Salvini e adottati dal precedente governo. I decreti “sicurezza” hanno introdotto «modifiche restrittive» (si pensi all’esclusione di 90mila stranieri dal Reddito di Cittadinanza) sulla base di «indebite semplificazioni», precarizzando ulteriormente il godimento dei diritti dei cittadini stranieri e «offrendo la sponda ad atteggiamenti di intolleranza». A tal proposito, interessante l’analisi e la condanna dell’hate speach nei social network, di cui i cittadini stranieri sono vittime privilegiate.

Per gli immigrati la vita in Italia non è affatto semplice e i problemi della quotidianità come scuola, lavoro, burocrazia, sanità, ecc. – che certo sono di tutti – per loro «sono forse più complicati che per molti altri». Per questo Caritas Italiana e Fondazione Migrantes chiedono al nuovo governo giallo-rosso «politiche realmente inclusive e volte all’integrazione», per consentire ai cittadini stranieri residenti di uscire dal cono d’«ombra» nei quali permangono dal punto di vista istituzionale e culturale.