Intervento dell’arcivescovo Gallagher all’Aiea. Per un mondo libero dalle armi nucleari

L’Osservtaore Romano

Pubblichiamo una traduzione in italiano dell’intervento pronunciato lunedì 16 settembre dal segretario per i rapporti con gli Stati, arcivescovoPaul Richard Gallagher, durante la sessantatreesima conferenza generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) in corso fino a venerdì 20 a Vienna.
Signora presidente,
Ho il grande onore di trasmettere a lei e a tutti gli illustri partecipanti a questa 63ª Conferenza generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica i migliori auguri e i più cordiali saluti di Sua Santità Papa Francesco.Signora presidente, a nome della Delegazione della Santa Sede, mi congratulo con lei e con i membri del Consiglio per la vostra elezione da parte di questa eminente Conferenza. Desidero anche cogliere l’occasione per esprimere il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine al direttore generale facente funzioni Cornel Feruta e alla segreteria per il loro generoso lavoro a beneficio di tutta la famiglia dell’Aiea.
Permettetemi di esprimere anche la profonda tristezza della Santa Sede per la scomparsa del direttore generale Yukiya Amano, e di estendere alla famiglia e agli amici del dottor Amano, come anche al personale dell’Aiea e a tutti coloro che piangono la sua morte, le sentite condoglianze della Santa Sede. Si sentirà fortemente la mancanza dell’instancabile impegno del direttore generale Amano a favore del nobile obiettivo dell’Agenzia: «Atomi per la pace e lo sviluppo». Che la nobile anima del dottor Amano riposi in pace.
Signora presidente,
La Santa Sede loda e sostiene le numerose attività dell’Aiea che hanno rafforzato la cooperazione internazionale e contribuito in modo significativo alla prevenzione della proliferazione nucleare e alla promozione del disarmo nucleare. Queste attività aiutano anche a favorire lo sviluppo umano integrale, promuovendo la cooperazione tecnica nell’ambito delle scienze nucleari e delle loro applicazioni e sostenendo l’uso pacifico delle tecnologie nucleari. Gli sforzi per garantire la sicurezza e la certezza nucleare, come anche per favorire una cultura della sicurezza, sono molto migliorati grazie alle strategie dell’Aiea per rafforzare le reti e i fori globali, regionali e nazionali, e aumentando le competenze e le capacità nei campi della sicurezza nucleare, delle radiazioni, del trasporto e dei rifiuti, nonché la preparazione e la risposta alle emergenze. Gli obiettivi più ampi della non proliferazione nucleare, del disarmo nucleare e dell’uso pacifico delle tecnologie atomiche dipendono tutti da queste strategie fondamentali dell’Aiea.
Il ruolo di Scienza e Tecnologia nel quadro degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) può essere sostenuto da diverse tecnologie nucleari. Inoltre, le loro applicazioni, così come delineate dai protocolli di sviluppo dell’Aiea, possono promuovere lo sviluppo integrale, migliorando in tal modo la nostra custodia del creato di Dio. Di fatto, i progetti di cooperazione tecnica dell’Aiea nei campi della salute umana, dell’acqua e dell’ambiente, del cambiamento climatico, della sicurezza alimentare e dell’agricoltura di precisione hanno contribuito in modo significativo ad alleviare la povertà e alla capacità dei Paesi di far fronte in modo sostenibile ai loro obiettivi di sviluppo (cfr. Dichiarazione della Santa Sede alla 62ª Conferenza generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, 17 settembre 2018). In questi sforzi Scienza e Tecnologia hanno un ruolo essenziale. Papa Francesco ha affermato che «la comunità scientifica, attraverso un dialogo interdisciplinare al suo interno, ha saputo studiare e dimostrare la crisi del nostro pianeta, così oggi è chiamata a costituire una leadership che indichi soluzioni in generale e in particolare […], un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico producano danni irreversibili non solo all’ambiente, ma anche alla convivenza, alla democrazia, alla giustizia e alla libertà» (cfr. Papa Francesco, Discorso ai partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia delle scienze, 28 novembre 2016).
Tutte le conseguenze positive della tecnologia nucleare devono, tuttavia, essere accompagnate dalla più fondamentale consapevolezza che ogni sforzo per vedere un progresso sociale, ogni sforzo per promuovere il bene comune, deve essere fondato sul desiderio di assicurare lo sviluppo integrale di ogni uomo e ogni donna. Come afferma la Dichiarazione sul diritto allo sviluppo delle Nazioni Unite del 1986: «La persona umana è il soggetto centrale dello sviluppo» (Cfr. Nazioni Unite, Dichiarazione sul diritto allo sviluppo, art. 2.1).
Nel 2012 Papa Benedetto XVI ha dichiarato, in particolare, l’impegno generale della Santa Sede a «favorire l’uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo» e sottolineato il «bisogno urgente di dialogo costante e di cooperazione tra i mondi della scienza e della fede per edificare una cultura di rispetto per l’uomo, per la dignità e la libertà umana, per il futuro della nostra famiglia umana e per lo sviluppo sostenibile a lungo termine del nostro pianeta» (cfr. Papa Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia delle scienze, 8 novembre 2012). Inoltre, la Santa Sede è convinta che l’uso dell’energia nucleare come fonte energetica dall’impronta di carbonio ridotta, e come parte della fornitura energetica di base, deve essere decisa da ogni Stato secondo le sue necessità e possibilità, tenendo allo stesso tempo conto delle considerazioni globali. Come ha detto anche Papa Francesco, i nostri immensi progressi e la crescita tecnologici e scientifici non sono sempre stati accompagnati «da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza» (Papa Francesco, Laudato si’, nn. 104-105).
Signora presidente,
La Santa Sede riconosce l’importante contributo dell’Aiea alla realizzazione di un mondo libero da armi nucleari. Tale ruolo è caratterizzato dall’efficace combinazione delle misure disponibili secondo gli Accordi comprensivi di salvaguardia (CSA) insieme ai diversi Protocolli aggiuntivi (AP).
La Santa Sede ha firmato e ratificato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari al fine di andare oltre la deterrenza nucleare verso un mondo interamente libero da armi atomiche, e ha affermato che le armi nucleari sono armi di distruzione di massa e ambientale (Cfr. Dichiarazione della Santa Sede alla 62ª Conferenza generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, 17 settembre 2018).
La Santa Sede, inoltre, appoggia la partecipazione dell’Aiea alla verifica e al monitoraggio degli impegni presi dall’Iran secondo il Piano d’azione congiunto globale (JCPoA), come anche i costanti e pazienti sforzi della comunità internazionale per ravvivare i negoziati relativi al programma nucleare della Repubblica popolare democratica di Corea, che minaccia l’integrità del regime di non proliferazione. Le salvaguardie dell’Aiea, che rispecchiano il ruolo essenziale dell’Agenzia nelle verifiche nucleari nella regione, rappresentano un contributo fondamentale alla promozione della pace e della sicurezza e aiutano a costruire un clima di fiducia al posto delle mutue recriminazioni. L’uso delle salvaguardie dell’Aiea costituisce uno strumento importante per procedere verso l’obiettivo della denuclearizzazione. 
La Santa Sede esprime gratitudine e apprezzamento all’Agenzia per lo sviluppo di strategie per il Programma d’azione per la terapia del cancro (PACT), per l’istituzione e l’aumento di programmi di radioterapia e per l’aiuto agli Stati membri a basso e medio reddito per migliorare l’efficacia dei loro servizi di medicina delle radiazioni come parte di una strategia comprensiva per il controllo dei tumori, come anche per il sostegno alla formazione di operatori sanitari e l’impegno nella raccolta di fondi per supportare i programmi e le attività di controllo dei tumori.
Signora presidente,
Per concludere, la Santa Sede ribadisce la sua sincera gratitudine e conferma il suo fermo sostegno ai molti contributi dell’Aiea a favore della non proliferazione e del disarmo nucleari, come anche dello sviluppo e dell’utilizzo sicuro, certo e pacifico delle tecnologie nucleari.
Grazie.
L’Osservatore Romano, 17-18 settembre 2019.

La vera sfida alla democrazia è l’educazione


L’Osservatore Romano

Seminario organizzato dalla fondazione «Gravissimum Educationis» in preparazione all’incontro convocato dal Papa a maggio del prossimo anno.
Gli specialisti parlano di “cambiamento epocale” e di “società liquida”. Le democrazie contemporanee appaiono “strattonate” tra le turbolenze di un mondo in cui emergono i nuovi populismi, l’influenza di nuove élite politiche, economiche e finanziarie e un crescente divario tra classe politica e società civile. È questo il contesto — e anche la sfida storica e culturale — evidenziato al seminario internazionale voluto dalla Fondazione pontificia Gravissimum Educationis, per presentare il progetto: «Democrazia: un’urgenza educativa in contesti pluriculturali e plurireligiosi». Perché, dicono gli organizzatori, occorre di nuovo educare alla democrazia.
Riuniti il 16 e il 17 settembre presso la sede della fondazione in Vaticano, una trentina di esperti si confrontano e impostano le attività di questa iniziativa che coinvolge quattordici università nel mondo (Africa, America latina, America del nord, Asia, Europa e Medio oriente) e che si inserisce nel cammino di preparazione al grande incontro internazionale annunciato da Papa Francesco per il prossimo 14 maggio a Roma: «Ricostruire il patto globale per l’educazione». 
La Chiesa — ha detto in apertura dei lavori il cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica e presidente della Fondazione che venne fondata nel 2015 da Papa Francesco in seno al medesimo dicastero — è consapevole che «la democrazia non può essere un fine in se stessa ma sempre un mezzo al servizio della realizzazione degli ideali più alti della persona e della società». E, registrando l’attuale crisi planetaria e il diffuso «declino delle ideologie», cerca di rispondere al bisogno di una voce, di «grandi narrazioni che indicano la strada, spiegano il divenire, contengono speranze». 
Questa Chiesa — «esperta di umanità», come ebbe a dire Paolo VI — si propone «come un’istituzione planetaria con una visione ampia e una missione storico-universale». E si inserisce, perciò, nel dibattito sociale, culturale e politico. 
È questo il senso del progetto presentato in Vaticano. Esso procede lungo due direttrici: una intellettuale, mediante ricerche sul rapporto tra educazione e democrazia, e una formativa, attraverso percorsi di educazione alla cittadinanza democratica. «La vera sfida alla democrazia — ha affermato monsignor Guy-Réal Thivierge, segretario generale della Fondazione — è l’educazione. Papa Francesco afferma con forza: “Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo prima cambiare l’istruzione”. Questo è il prezzo da pagare per stabilire un “buon governo” per le nostre comunità, i nostri Paesi e il mondo intero». 
È stata perciò intrecciata una rete mondiale di collaborazioni volta ad avviare percorsi formativi in grado di trasformare le prassi democratiche, informandole dei valori positivi della pace, della solidarietà, del bene comune. In tal modo, è stato spiegato, il progetto «vuole contribuire all’armonica convivenza di cittadini di fedi religiose, orizzonti etici e tradizioni diverse in sistemi democratici plurali, fondati sul mutuo riconoscimento delle identità e dei relativi interessi legittimi». 
In concreto si perseguono alcuni risultati specifici: organizzare un gruppo internazionale di esperti, docenti, dottorandi, attori pubblici e privati, che promuova un dibattito aperto sulla democrazia; fondare un pensiero democratico attento ai principi e ai valori del pensiero sociale della Chiesa coordinato alle nuove sfide educative; promuovere percorsi di educazione alla cittadinanza democratica rivolti al mondo scolastico e universitario; pubblicare una guida per gli educatori dei giovani.
«Il pensiero democratico e le forme politico-istituzionali della democrazia moderna — ha detto Thivierge — sono stati concepiti in un’epoca e in contesti che non esistono più oggi. Il cambiamento culturale e sociale è stato molto rapido, quindi gli adeguamenti teorici e giuridico-politici non sono riusciti a stare al passo con il mondo che cambia». Da qui l’urgenza di «ridefinire i principi, le istituzioni e le regole di convivenza per il XXI secolo». 
E, in risposta alle sollecitazioni del Papa riguardo alla necessità di ricostruire il patto globale per l’educazione, l’obiettivo del progetto è quello di «riaccendere, in prospettiva interreligiosa, il nostro impegno con e per le giovani generazioni per un’istruzione più aperta e inclusiva, in cui l’ascolto, il dialogo e la comprensione svolgano un ruolo cruciale».
L’Osservatore Romano, 17-18 settembre 2019.

Il card. Bassetti sulla scuola: “Italia fanalino di coda Ue su stipendi docenti”

Tv2000

Il presidente della Cei parla a Tv2000 durante la serata ‘Giù le mani dalla scuola’, in onda mercoledì 18 settembre ore 21.05. Il programma lancia la serie ‘Maestri’ in onda dal 20 settembre in seconda serata. Programmazione speciale di Tv2000 in occasione dell’apertura del nuovo anno scolastico. 
“Purtroppo siamo il fanalino di coda dell’Europa anche nella retribuzione degli insegnanti. Lo voglio dire con forza”. Lo dice il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Gualtiero Bassetti, ospite della serata ‘Giù le mani dalla scuola’, in onda su Tv2000 mercoledì 18 settembre ore 21.05.

In Venezuela si annuncia un tavolo nazionale per la pace con parte dell’opposizione



L’Osservatore Romano

Mentre il leader dell’opposizione Juan Gaidó ha dichiarato di considerare «esaurito» il dialogo con il governo di Nicolás Maduro, promosso dal Governo norvegese, il governo venezuelano e alcune parti dell’opposizione hanno annunciato ieri di aver raggiunto un accordo per un Tavolo nazionale di dialogo per la pace.Guaidó ha affermato che «coloro che usurpano il potere hanno bloccato una soluzione pacifica», rifiutandosi di discutere e concordare una proposta presentata dalla sua delegazione «per mettere fine a questo conflitto». «La proposta di soluzione che abbiamo messo a punto — ha sottolineato Guaidó — è stata consegnata ai mediatori del Regno di Norvegia e ai rappresentanti di Maduro».

Assicurazioni auto, il prezzo medio scende a 405 euro

avvenire

Si tratta, rilevano all’Ivass (l’Istituto di vigilanza), del costo più basso dal 2012, da quando cioè è iniziata la rilevazione statistica. Sconti legati alla presenza della scatola nera

Assicurazioni auto, il prezzo medio scende a 405 euro

Buone notizie per gli automobilisti italiani. Continua e si rafforza, infatti, l’andamento decrescente dei prezzi delle assicurazioni auto. Gli ultimi dati del Bollettino Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) relativi al secondo trimestre 2019 indicano un calo su base annua dell’1,5% (dal -0,9% del primo trimestre), con un premio medio Rc auto su base nazionale di 405 euro. Si tratta del prezzo più basso dal 2012, da quando cioè è iniziata la rilevazione statistica. 

Il calo è più intenso al Sud e nelle isole: a Enna, Caltanissetta, Catanzaro e Vibo Valentia le riduzioni sono state superiori al 4,5% (fino al 5,7%). A Roma i prezzi sono diminuiti del 4%. Nonostante la riduzione in atto in alcune aree, tuttavia, l’Ivass sottolinea come il livello dei prezzi rimane comunque molto eterogeneo fra le diverse province. L’89% delle polizze usufruisce di uno sconto in media del 34%, mentre le imprese tradizionali tendenzialmente riconoscono sconti più elevati a percentuali più ampie di assicurati. 

A favorire la riduzione dei prezzi applicati per la Rc auto sono anche i successi legati alle frodi: non a caso è in aumento il numero di assicurati che installano la scatola nera, la cui diffusione però resta ancora molto eterogenea con una maggiore “penetrazione” al Sud. Il 21,5% delle polizze Rc auto stipulate nel secondo trimestre del 2019 prevede uno sconto legato proprio alla presenza del dispositivo. Negli ultimi 12 mesi la tendenza ha nuovamente accelerato: rispetto all’anno precedente i sistemi che registrano stili di guida e dati di percorrenza sono aumentati di 1,4 punti percentuali (contro il mezzo punto percentuale dello scorso anno). Il successo della scatola nera è eterogeneo: la popolarità maggiore si riscontra al Sud con valori superiori al 40% (Reggio Calabria, Crotone e Napoli) ed è massima a Caserta (63%).